L'uomo che odiava i martedì - Håkan Nesser - copertina
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Letteratura: Svezia
L'uomo che odiava i martedì
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Descrizione


Trentacinque anni dividono la fine inspiegabile di Germund Grooth e Maria Winckler - legati nella vita come nella morte - in fondo a un burrone nei boschi intorno a Kymlinge. Incidente o suicidio? Alcune strane circostanze, però, inducono gli investigatori a pensare che possa trattarsi di omicidio: che cosa si nasconde dietro l'apparente normalità degli "altri", il gruppo degli amici di Germund e Maria fin dai tempi dell'università a Uppsala? Come già in passato, anche oggi la polizia di Kymlinge e il suo malinconico antieroe, l'ispettore di origini italiane Gunnar Barbarotti, brancolano letteralmente nel buio. Affiancato come sempre dalla collega Eva Backman, Barbarotti si vede costretto a scavare nei meandri della mente dei sospettati per far affiorare a poco a poco un segreto orribile che ha lasciato un segno indelebile non solo nella vita delle vittime, ma anche in quella di chi è rimasto. Le mappe interiori dei personaggi si sovrappongono senza fine, disegnando paesaggi imprevedibili e vertiginosi: Dio, il destino, la morte, la colpa sono spesso al centro delle riflessioni dell'ispettore, più dei "crudi fatti" su cui basare le indagini. Vero e proprio noir filosofico, quest'ultima prova di Hàkan Nesser scandaglia ancora più a fondo i recessi della psiche umana, sul filo di una verità dura quanto universale: "la vita e la morte sono sorelle".

Dettagli

2011
9 giugno 2011
480 p., Brossura
9788860884596

Valutazioni e recensioni

  • Un incidente (o un delitto) si ripete nello stesso luogo a distanza di 35 anni, come vittime una coppia. Da subito si intuisce che il possibile presunto assassino è compreso in una ristretta cerchia di amici. È una narrazione lunga e lenta, a volte poco entusiasmante, che costantemente rinvia il lettore ai fatti di oltre 35 anni prima, periodo in cui si creano i rapporti di amicizia e di amore fra vittime e presunti carnefici. Un finale breve, assolutamente inatteso, libera dalla tensione accumulata. Molto bella la resa delle vicende personali e familiari dell'ispettore Barbarotti, che aggiungono un notevole valore umano al romanzo.

  • Molto bello questo romanzo di Nesser,forse il migliore della serie Barbarotti L’impianto narrativo è su due piani temporali,gli avvenimenti del passato portano come conseguenza ciò che succede oggi;il racconto scorre fluido e tiene la tensione fino alla fine che non delude. I personaggi si delineano sempre meglio man mano che la storia va avanti ,ciascuno con la sua storia,le sue paure ,la sua infanzia. Le vicende personali del commissario fanno da sfondo e quasi si intrecciano con la storia propriamente poliziesca,Barbarotti è simpatico,aperto ,molto diverso dal commissario v.v. creato sempre dalla penna di Hakan Nesser.

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