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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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L'idea era buona, accattivante, e per chi ama Sherlock Holmes e Conan Doyle e' sicuramente una garanzia. Alla fine e' risultato accettabile, quantomeno leggibile. Mi e' piaciuta l'intersezione della storia di (SPOILER) Conan Doyle/Stoker e i personaggi della vita reale. In generale un po' lento, niente di che. In compenso mi ha fatto venir voglia di leggere un altro Sherlock Holmes (originale). 3/5
(verso la fine c'è un breve riassunto con i punti salienti della recensione) Il libro si sviluppa su due binari paralleli: il primo, ambientato in epoca moderna, che segue il caso in cui si trova coinvolto Alex Cale, membro degli Irregolari di Baker Street ("fan club", per così dire, realmente esistente che ho scoperto proprio grazie al libro); il secondo, ambientato invece nell'Inghilterra vittoriana, segue proprio la storia di Arthur Conan Doyle subito dopo la pubblicazione del racconto con cui sembrava aver posto fine alla vita del celebre investigatore. Le due piste sono sviluppate in maniera assai diversa, purtroppo anche in quanto a qualità. La vicenda moderna si rifà troppo, troppo alle storie che già conosciamo, con parallelismi certamente apprezzati, ma che non permettono mai alla storia di spiccare il volo, complice anche la banalità del caso, che impallidisce a paragone non solo con i romanzi principali di Holmes, ma anche con le sue storie minori. Tutta un'altra storia, invece, i capitoli dedicati ad Arthur Conan Doyle: ben sviluppati e ben strutturati, più che discreti i casi narrati, ma soprattutto offrono una prospettiva in prima persona dell'autore che ci permette di comprendere meglio la sua relazione con il personaggio che egli stesso aveva creato, e che, come è noto, giunse al punto di odiare per il monopolio di popolarità che si aggiudicò in tutta la sua produzione. Originale e certamente memorabile. TL;DR: Metà libro è dominata dalla banalità e da una storia che non riesce a prendere abbastanza le distanze dalla sua ovvia fonte ispiratrice, con una seconda metà (i capitoli sono alternati) che è invece originale ed estramamente piacevole dalla prospettiva di Arthur Conan Doyle, che ci permette di comprendere meglio la sua persona e come questo ha influenzato non solo il personaggio di Holmes, ma anche la "vita" di quest'ultimo. Lo consiglio soltanto a coloro che sono già fan della serie e del personaggio, poiché sarebbero non solo in grado di cogliere i vari riferimenti sparsi per il libro, ma anche di conoscere meglio la figura dell'autore, spesso trascurata. Per tutti gli altri, consiglio invece di recuperarsi prima almeno i quattro romanzi fondamentali di Sherlock Holmes, che spesso vendono in volumi unici a prezzi non troppo distanti da quello di questo libro. Riguardo all'edizione: la copertina è in cartoncino non troppo pregiato, occorre prestare attenzione per non rovinarlo con piegature accidentali; buona la qualità della carta e leggibilissimi i caratteri.
Lo ammetto: adoro Sherlock Holmes. Mi sono sempre immedesimato nel grande detective. Naturalmente tutti si immergono immediatamente nei panni del loro beniamino ed iniziano a lanciare congetture. La cosa sorprendente della trama è che, come me, il più intrepido tra gli estimatori di Holmes fa lo stesso: vuole essere Sherlock Holmes! E ne diventa ossessionato. Si chiama Harold White, che al ritrovamento del cadavere, inizia subito ad ispezionare la stanza e capisce che vi è un nesso con alcune delle storie di Doyle. Parallelamente a questa storia, però, ne viene raccontata un’altra. Così che ci ritroviamo nel pieno di due indagini poliziesche. Una nel 2010 con Harold, e una nel 1900 con, nientepopodimeno che: Conan Doyle ed il suo amico Stoker. In un’epoca in cui la medicina era un’arte al pari della scrittura, seguiamo le indagini dei famosi scrittori, alle prese con i macabri omicidi di due ragazze e un misterioso pacco bomba destinato a Doyle. Il finale di entrambe le storie è tristemente realista. Si arriva a dover accettare l’amara verità che nessuno vuole ammettere. Leggendo questo libro ritorna alla mente il perché si vorrebbe che un libro non finisse mai. Il ritorno alla realtà è crudele. Dopo l’eccitazione provocata da due indagini intriganti, dopo aver finto di essere Sherlock Holmes, dopo aver scoperto il colpevole, ecco la fine e l’immancabile ritorno alla vita di tutti i giorni. Un libro avvincente, per niente scontato, lo scrittore è scivolato un po’ nel secondo finale delle avventure nel ventunesimo secolo, per colpa delle decisioni affrettate di Harold, ma in compenso, questo è un libro che merita la nostra attenzione. Entrambi le indagini sono realmente accadute, lo scrittore ha ricamato un po’ sul finale e sul ritrovamento del reale libro perduto di Doyle. Straconsigliato!
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