Il giornalista del “Times” di Los Angeles Jack Mc Evoy è nuovamente protagonista insieme alla profiler dell’ FBI Rachel Walling di un thriller di tutto rispetto, come solo Connelly sa orchestrare. Jack viene licenziato, ha ancora 15 giorni di lavoro come cronista di “nera”, rimpiazzato da una giovane che deve anche istruire, più avvezza all’uso delle moderne tecnologie, con uno stipendio sicuramente meno importante. Decide quindi di lasciare il giornale con un ultimo articolo che faccia pentire i suoi superiori della decisione presa. Inaspettatamente viene contattato dalla madre di un sedicenne di colore, appartenente ad una gang di spacciatori, che continua a confermare la totale innocenza del figlio, per il quale, anche Jack aveva scritto un trafiletto che ne notificava l’arresto, in seguito al ritrovamento del cadavere di una spogliarellista nel bagagliaio di un’auto, sulla quale erano state rilevate le impronte dello spacciatore stesso. Grazie al contributo della sua futura sostituta Angela, che mediante l’utilizzo del web riesce a trovare un collegamento con un caso di anni prima avvenuto a Las Vegas, per il quale il “modus operandi” è identico, Jack capisce di essersi nuovamente imbattuto in un serial killer e chiede l’intervento di Rachel profiler dell’FBI, con la quale aveva già lavorato nel caso del “il poeta”, e con la quale aveva avuto una breve relazione sentimentale. Nel momento in cui Jack parte per Las Vegas, scopre di non riuscire più a collegarsi con la sua posta via mail, di avere le carte di credito bloccate in quanto tutto il suo denaro è stato devoluto in beneficenza, di avere il cellulare non attivo, quindi capisce di essere sulla “strada giusta” , e capisce che la persona a cui sta dando la caccia è molto abile con le nuove tecnologie e molto intelligente….. La storia è questo e molto altro, i personaggi principali fanno subito presa sul lettore, mi piace molto il modo di scrivere di Connelly, che coinvolge dalla prima riga, se pur non ritenga questo il migliore suo thriller, quello che rimane valido è la sua capacità di articolare una storia dalla trama avvincente con personaggi che scatenano nell’immediato l’empatia o, nel caso del killer, il desiderio di “fargliela pagare” come pochi altri autori riescono a fare……
L' uomo di paglia
Due settimane. Questo è quanto rimane a Jack McEvoy da trascorrere alla sua scrivania nella redazione del Los Angeles Times. La crisi della carta stampata, in un’epoca in cui l’informazione viaggia su internet, non risparmia neanche un reporter di nera che, dodici anni prima, si era guadagnato la celebrità svelando al mondo l’identità del Poeta, un serial killer che firmava i suoi omicidi con i versi di Edgar Allan Poe. E anche se è abituato a scrivere di morte, McEvoy non ha intenzione di andarsene con un elogio funebre di se stesso: il suo ultimo articolo dovrà essere qualcosa di memorabile. La sua occasione si chiama Alonzo Winslow, un giovane spacciatore nero in galera per aver strangolato una donna bianca, chiudendone poi il cadavere nel bagagliaio della macchina. Una confessione estorta dalla polizia, un caso chiuso sbrigativamente, una storia che odora di discriminazione lontano un miglio. Con queste premesse, non è difficile rimettere in discussione l’esito delle indagini. Quando poi dalle sue ricerche emerge inaspettatamente un collegamento con un omicidio avvenuto anni prima a Las Vegas, nella sua mente si affaccia il pensiero di avere di nuovo a che fare con un serial killer. E McEvoy sa che non può essere da solo ad affrontare questa sfida, ma che, come dodici anni prima, ha bisogno dell’aiuto di Rachel Walling, profiler dell’FBI. Quello che invece non sa, è che da quando questa storia è iniziata, qualcuno sta seguendo ogni sua mossa. Qualcuno che serpeggia nel web con l’abilità di un ragno nella sua tela, servendosi della rete per stanare le sue vittime e prendersi gioco di chi gli sta dando la caccia. Fino ad attirarlo in una trappola mortale.
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FRANCESCA BORZATTA 05 gennaio 2012
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A jack Mc Evoy, giornalista di grido del Los Angeles Times famoso per avere risolto il caso del serial killer "Il Poeta", rimangono solo 15 giorni, termine del suo licenziamento, per lasciare una traccia indelebile nel campo del giornalismo e non solo. Buon libro scritto sempre con maestria da Michael Connelly, ma onestamente i thriller con protagonista Harry Bosch sono ben altra e superiore cosa.
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MARIO D'ANDREA 17 novembre 2011
Michael Connelly si conferma con questo "Spaventapasseri" (chissà perché il titolo italiano "Uomo di paglia"?)di gran lunga il miglior autore di thriller vivente, degno del Raymond Chandler Award ricevuto al Festival di Courmayeur. Anche se mi manca "il" detective Harry Bosh, è stato davvero piacevole ritrovare il cronista di mala Jack McEvoy (ricordando l'esordio in Italia con "Il Poeta"). L'inizio appare un poco faticoso e sembra quasi che il racconto fatichi a decollare. Ma, ad una analisi più approfondita, ci si rende conto quanto la problematicità di muoversi nell'era telematica per un giornalista del club dei 30 (sigla alla fine degli articoli per i professionisti di lungo corso), che viene licenziato, sia fondamentale per comprendere l'atteggiamento di rivalsa del personaggio che, con dignità, coraggio e rifiuto dei compromessi, cerca una sua nuova strada, nella scrittura vera. Mettendosi in gioco, e non solo in termini metaforici. I caratteri dei personaggi sono ottimamente strutturati: Jack, Rachel Walling ed il serial killer Wesley Carver. Il ritmo è serrato e la soluzione in sospeso fino alle ultime pagine senza gli ormai abusati colpi di scena e contro-finali. La novità di questo romanzo "classico" consiste anche dal fatto che l'identità del serial killer ("The scarecrow") è svelata fin dalle prime pagine. Protagonista è quindi la trama, la ricostruzione degli eventi, delle abili coperture che oggi il web (meglio, il suo lato oscuro) consente, delle motivazioni - per finire - del killer. Altrettanto apprezzabile il fatto che pur trattandosi di crimini efferati non vi sono descrizioni compiacenti (né per violenza, né per sesso) eppure l'immaginazione genera brividi. Grande Connelly (altro che giallisti nordici!):capace di dimostrare di essere un grande scrittore in assoluto, oltre che l'indiscutibile maestro del genere thriller. DA NON PERDERE!
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