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Che cosa puoi provare quando scopri che i tuoi genitori, la tua famiglia, non solo non sono né i tuoi genitori né la tua vera famiglia, ma che ti hanno strappata a tua madre alla nascita, destinando lei a una morte già programmata, mentre tu venivi assegnata prima alla donna di un sergente carcerario e poi (proprio come un bottino di guerra) alla figlia del tenente colonnello che ha perso il suo bambino durante il parto? La sorte agghiacciante dei figli dei desaparecidos, affidati il più delle volte alle famiglie di quegli stessi militari che avevano torturato e ucciso i loro genitori, è uno dei capitoli più terribili della storia recente dell’America Latina. E Elsa Osorio, in questo senso, ha già tutto il materiale che le serve per innescare e mantenere la miccia del suo romanzo. Perché la storia di Luz non è una storia vera, ma è certamente realistica, e per le sue 350 e più pagine spaventa e indigna, commuove e infuria e, più di ogni altra cosa, fa arrabbiare. Per quello che è stato. Perché i responsabili (la maggior parte di loro, almeno) non hanno pagato. Per i ragazzi e le ragazze come Luz che sono stati cresciuti all’ombra della storia del loro paese e di quello che è stato fatto ai loro veri genitori. E perché sembra quasi un miracolo che, nonostante tutto, la giovane protagonista sia così forte e determinata a scoprire la verità, a trovarla e a far luce, appunto, sulle proprie origini e sulla sua "vera" storia. Un libro doloroso e bellissimo di cui non potrete non ricordarvi. Assolutamente consigliato.
Il romanzo risulta interessante e coinvolgente: buono l’impianto narrativo, scorrevole la forma, commovente la vicenda, ben delineati i personaggi.
Prendete la sensibilità di una donna, aggiungete la passione dei popoli del sudamerica, il pathos e la violenza di vicende storiche orribili, un impianto narrativo originale che inizia dal punto d’arrivo e che prende il lettore per mano conducendolo a ritroso lungo un percorso emozionante: mescolate il tutto con capacità di scrivere (anche se la traduzione non sempre rende giustizia…), accuratezza dei dialoghi e ritmo e… beh, che dire? avrete un cocktail abbastanza difficile da dimenticare. Ecco questo è la storia che ci racconta la Osorio: da leggere, da gustare e da consigliare.
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