I versi satanici. Con Segnalibro

Leggerlo è stato un piacere. Avevo bisogno di immaginazione al potere. Di ritmo dissacrante. Di parodia, mito, di grottesco, senza rinunciare alla critica irriverente tanto verso una rigida Londra thatcheriana alle prese con l'inevitabile mutazione conseguente all'innestarsi in città, e in Occidente, delle culture delle popolazioni di ultima immigrazione, quanto verso quelle culture stesse; critica irriverente sia verso le reazioni di rifiuto sia verso quelle di incondizionata e arrendevole e per questo paludosa accoglienza.

Mettete da parte i pregiudizi ed anche i motivi che hanno portato fama a questo libro. Fate un’operazione di pulizia, ed approcciatelo come una tabula rasa per quello che è: una storia ben scritta, probabilmente nemmeno la migliore di Rushdie, intrisa del realismo magico del quale lo scrittore indiano è maestro. Gibreel e Saladin rappresentano il Bene e il Male, l’Alfa e l’Omega, in un susseguirsi di colpi di scena. È fondamentale avvicinarsi a questo libro per ciò che contiene e non per i fatti che lo hanno circondato dopo la sua pubblicazione. Chi non ha ancora letto un autore che sta di diritto tra i giganti della letteratura contemporanea scoprirà delle pagine indimenticabili.