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Anno edizione: 2017
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Oggi voglio parlarvi de “I Vicerè” di Federico De Roberto, Feltrinelli editore. Il romanzo si snoda in un periodo di tempo che va dal 1855 a l1882 e narra le vicende della famiglia nobile degli Uzeda. De Roberto utilizza la famiglia degli Uzeda per raccontare un periodo storico importantissimo per il nostro paese, che culminerà poi il 17 marzo del 1861 con l’unità d’Italia. Questa edizione in particolare è curata da Luigi Lunari: la prefazione di Lunari è molto importante perché introduce all’opera chiarendo tantissimi aspetti storici importanti del libro. De Roberto non è stato un autore molto sfortunato in vita, anche se ha scritto questo libro quando aveva solo 30 anni. La sua lungimiranza è ben visibile tra le pagine del romanzo, lui sapeva di star scrivendo un capolavoro, sia per la cifra stilistica utilizzata, che per i fatti storici narrati, di cui possedeva una conoscenza davvero molto profonda. Scopritelo!
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Da non grande estimatrice della letteratura verista, ho apprezzato invece moltissimo “I Vicerè” di Federico De Roberto . Il romanzo è ambientato nella Sicilia di metà Ottocento, quindi in un periodo storico caratterizzato da importanti avvenimenti, e si pone nello stesso solco ideologico del più famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo” . Attraverso le vicende che coinvolgono i componenti della famiglia Uzeda, De Roberto ci accompagna in un viaggio che ripercorre le tappe dell’Unità d’Italia, contribuendo a rimarcare un messaggio che ancora oggi risulta poco chiaro: spesso non è sufficiente cambiare “governante”, se a cambiare per prima non è la mentalità dei governati.
Bello questo spaccato degli anni che furono, ma che risulta così attuale anche oggi! Ho faticato un pò all'inizio, a dir la verità, prima di entrare in confidenza con tutta la famiglia Uzeda, ma superate le prime cento pagine non si può non apprezzare questo affresco di vita quotidiana e nazionale, dove tutti i parenti si alleano gli uni contro gli altri a seconda degli interessi in gioco! Che personaggi, tutti pazzi, furbi, interessati, forse odiosi, ma di grande temperamento e difficili da dimenticare! Per non parlare della rappresentazione della vita politica dell'epoca...e non solo! Ho amato forse ancor di più "il Gattopardo", ma di questo romanzo ho di sicuro apprezzato lo stile fluido e la visuale d'insieme della vicenda. Da rileggere per carpire ancora più a fondo tutti i particolari narrati. E' inutile, un classico si riconosce sempre!
Ho sempre considerato la letteratura italiana dell’Ottocento una sorella meno dotata delle letterature contemporanee di paesi come la Russia, con i suoi Tolstoj e Dostoevskij, la Francia di Balzac, Stendhal, Flaubert, o la Germania del secondo Goethe. L’ho considerata tale per colpa di un grandissimo scrittore come Manzoni, in cui il peso della questione linguistica, sociale e morale si fa sentire a ogni pagina. De Roberto, che scrive I Viceré solo a qualche decennio di distanza da Manzoni, dimostra una padronanza della lingua, dello stile e del contenuto incredibili nel contesto della nostra letteratura. I Viceré è senza dubbio un capolavoro che scorre abbastanza fluentemente, con una trama talvolta disomogenea ma ricca di colore, vividezza storica, scavo psicologico e caratteristico, e con un andamento corale che si sforza di seguire le vicende di tutti i membri della famiglia Uzeda. È un romanzo che, come Il Gattopardo, offre un affresco della nobiltà siciliana negli anni turbolenti dell’unità di Italia, ma che, a differenza del capolavoro di Tomasi di Lampedusa, è un libro scritto a caldo, nella lingua dell’epoca, senza considerazioni ex post e malinconiche rievocazioni di un passato scomparso. Il sangue degli Uzeda, i viceré dei re di Spagna, rapaci, collerici, contraddittorii, folli, si sta decomponendo e invano prova a resistere, come il macabro aborto che Chiara ha partorito e messo in salamoia. Troppo spesso trascurato o conosciuto solo nella versione cinematografica di Faenza, I Viceré è un romanzo tutto da riscoprire.
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