Le vie dei canti

In questo fantastico diario di viaggio Chatwin attraversa l'Australia a piedi studiando la tradizione aborigena dei canti rituali tramandati di generazione in generazione. I canti sono vere e propire mappe del territorio, ogni via, ogni sentiero, ha un suo proprio canto che protegge chi lo canta mentre lo attraversa. E' un libro che colpisce l'anima perchè per gli aborigeni australiani la loro terra era tutta segnata da un intrecciarsi di "Vie dei Canti" o "Piste del Sogno" un labirinto di percorsi cantati con il cuore che rappresentavano le "Impronte degli Antenati". Il viaggio di Chatwin è un’occasione di incontro con la natura, con le persone e rappresenta un'opportunità di conoscenza irripetibile per i camminatori desiderosi di crescere e capire.

Interessante, ma frammentario questo diario di viaggio di Chatwin, che documenta la sua permanenza in Australia a contatto con esponenti del movimento aborigeno e la sua ricerca sulle "songlines", le vie dei canti che gli indigeni australiani percorrevano trasformando il bush australe in un agglomerato di riferimenti mitici e spirituali. A volte i capitoli sono intervallati da notazioni tratte dai taccuini dell'autore che testimoniano il suo incessante peregrinare lungo le strade del pianeta. Spirito inquieto e grande viaggiatore, Chatwin, ma solo discreto narratore.

Questo libro è un racconto autobiografico on the road attraverso l’Australia ed un saggio sulle origini dell’uomo e sulla sua reale natura. Questo libro, a mio parere, potrebbe essere di ispirazione, per non dire illuminante per molti architetti che tendono a modificare un po’ troppo i territori che si trovano tra le mani.. Basta piantare un picchetto o una palina per cambiare tutto il paesaggio oppure nel caso del libro, per modificare, o peggio per cancellare una via cantata.