Violette di Marzo è un thriller storico ma il suo sviluppo narrativo è attuale e moderno, dove vige la legge dell’intuizione, della deduzione e della corrispondenza delle prove, dove ogni tassello del puzzle deve corrispondere per creare un quadro generale veritiero e verificabile, dove niente è lasciato al caso o alla fortuna, dove ogni imprevisto – e non ne mancano – deve essere affrontato di petto e con risolutezza, senza che possa creare il caos in un ragionamento perfettamente critico. Ovviamente la simpatia e l’ironia del protagonista, smorzano un pò i toni, rendendo più accessibile e meno pesante un’ambientazione storica difficile da descrivere e interpretare.
Violette di marzo. La trilogia berlinese di Bernie Gunther. Vol. 1
Con Violette di marzo torna finalmente in libreria un grande classico del poliziesco: la trilogia berlinese di Bernie Gunther. Nella Berlino del 1936, alla vigilia delle Olimpiadi, marito e moglie vengono assassinati nel loro letto e il loro appartamento viene incendiato. Il padre della donna, Hermann Six, un industriale milionario, vuole fare giustizia – o meglio, rivuole la preziosissima collana di diamanti della figlia Grete, che è stata rubata. Si rivolge perciò al detective privato Bernie Gunther, veterano di guerra ed ex poliziotto. Grete non ha fatto testamento e dunque tutti i suoi averi spetterebbero al marito, Paul Pfarr, il quale ha nominato suo unico erede legittimo il Reich stesso. Come scopre in seguito Gunther, Pfarr era una “violetta di marzo”: un affiliato dell’ultima ora al Partito Nazionalsocialista. L’investigatore si troverà invischiato in una vicenda pericolosissima che tocca le alte sfere del potere nazista, tormentato da un conflitto interno. Bugie, eccessi, corruzione e brutalità sono all’ordine del giorno, mentre a muovere le fila di tutto ci sono Himmler e Göring. È il momento di riscoprire l’iconico Bernie Gunther, detective privato antinazista, vero berlinese, beffardo e donnaiolo, che si trova ad affrontare quotidianamente il male assoluto: la città cupa e dilaniata dalla corruzione, l’antisemitismo e lo strapotere dei gerarchi. Scritto con una grande potenza evocativa, Violette di marzo, primo capitolo della trilogia, trasporta i lettori nel cuore della Berlino nazista e dà vita a un nuovo, indimenticabile investigatore privato nella grande tradizione di Hammett e Chandler. «Un romanzo crudo e romantico di un maestro del poliziesco. Amo Philip Kerr» Massimo Carlotto «Kerr ci accompagna attraverso i fatti della storia e le stravaganze della natura umana. Il suo Bernie Gunther crede di averle viste tutte. Ma ancora non lo ha fatto, e fortunatamente neanche noi». Tom Hanks «Per Natale vorrei tutta la trilogia noir di Philip Kerr». Sam Mendes «Uno scrittore di thriller brillante e innovativo». Salman Rushdie «Uno dei più grandi antieroi mai concepiti». Lee Child «Bernie Gunther è geniale. Come il personaggio più famoso di Chandler, Philip Marlowe, ha un’ampia scorta di battute deliziose». Ian Rankin
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I Sussurri delle Muse Blog 31 gennaio 2020
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