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Anno edizione: 2015
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Valentina Luiselli, nata a Città del Messico e non ancora trentenne, esordisce in Italia con questo romanzo “Volti nella folla” interessante anche se discontinuo e confuso. Lo stile narrativo, che intende proporsi come innovativo ed originale, proponendo un mix di introspezione, vita quotidiana, proiezione onirica, rimanda, vagamente, alle prime esperienze letterarie della beat generation. La vita reale della protagonista – io narrante – si interseca con quella del poeta messicano Gilberto owen, vissuto negli anni ’20 ed immerso nel contesto della grande depressione economica. La prima parte è decisamente stimolante, ma poi, forse nel tentativo (a mio avviso non riuscito) di trasferire in parole la confusione ed il disagio psicologico con il conseguente distacco dalla realtà, la narrazione diventa faticosa, farraginosa, spesso confusa (troppi personaggi e simbolismi non adeguatamente approfonditi). Ed anche la bella idea del rapporto tra persone reali e fantasmi non decolla in modo efficace. Ciò che più ho apprezzato è l’enunciazione della teoria delle morti molteplici: “le persone muoiono, lasciano irresponsabilmente il proprio fantasma in giro, e poi continuano a vivere, originale e fantasma, ognuno per i fatti suoi”. La vita della giovane protagonista si sovrappone con quella del fantasma di Owen, fino a generare un viaggio simbiotico, spesso ambientato nei meandri della metropolitana, in bilico tra realtà e finzione. Bella ed emblematica la definizione “un romanzo orizzontale, raccontato verticalmente. Una vertigine orizzontale. Un romanzo che si deve scrivere dal di fuori per poterlo leggere dal di dentro”. In conclusione: un tentativo sostanzialmente interessante, anche se non perfettamente riuscito, che propone potenzialità da sviluppare in futuro. Ovvero: provaci ancora, Valentina!
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