L. A. Confidential. Con Segnalibro

Mi sono ritrovato questo libro tra le mani assolutamente per caso. Ma appena ho iniziato a leggerlo mi è apparsa davanti la L.A. decaduta e corrotta degli anni 50. Storia travolgente, che ti prende dalla prima all'ultima pagina. Le personalità dei Personaggi vengono descritte benissimo e non esistono buoni ne cattivi. Consiglio questo libro a chi è alla ricerca di una storia avvincente e chi vuole saperne qualcosa di più sulla vita di quegli anni

E' il libro americano più americano che abbia mai letto: è fantastico per come esalti lo stereotipo. La scrittura banale quanto efficace è una panacea per le descrizioni sobrie e sfacciate come scenografie, per i dialoghi nei quali non ti aspetteresti che quelle parole, e per la trama complicata e bisognosa di continue riprese. Inoltre, non riesce a nascondere qualche forzatura per far quadrare i conti. I personaggi (almeno quelli principali, che ad elencarli tutti è come scrivere le pagine bianche) sono anch'essi di grande impatto, ma non lasciano nulla all'immaginazione perché fanno diretto appello alla pasta madre dell'americanismo. Quelli veramente grandi, sono le uniche due figure di donne presenti.

Grande classico nel suo genere, disperatamente noir, L.A. Confidential è un libro basato su fatti realmente avvenuti nella Los Angeles degli anni Cinquanta. Avvincente, intricato, sporco, sanguinario, crudele, cupo, volgare, questo romanzo racconta con pochi fronzoli una serie di delitti collegati tra loro, in una spirale di morte e crimine senza scampo. Tre poliziotti, apparentemente diversi, ma ognuno, in fondo, capace di riscattarsi, un giornalista sin troppo informato sui fatti, un’adolescente vittima di stupro strumentalizzata da una parte e dall’altra, una donna fatale, insieme a un sottobosco di procuratori, attori hollywoodiani, gangster, prostitute, diabolici doppiogiochisti vi terranno incollati alle cinquecento pagine di questo librone di James Ellroy. Quello che resta è il piacere di una lettura leggera e “breath taking”, molta amarezza, stupore per il fuoco d’artificio conclusivo e la speranza che in questi cinquant’anni il mondo non sia più così terribilmente marcio.