Storia di un apparente triangolo, la cui ambiguità rompe la sonnolenta atmosfera di una località sanatoriale, su cui la morte incombe paziente, senza dramma. Il disvelamento è una breccia da cui finalmente fuoriesce il dolore. Racconto lungo più che romanzo. Un piccolo gioiello.
Gli addii
Fra illazioni, sospetti e un colpo di scena finale, questo romanzo breve e poderoso ci regala uno dei momenti più alti della letteratura latinoamericana del Novecento.
Pubblicato per la prima volta nel 1954, "Gli addii" è uno dei più celebri romanzi brevi di Juan Carlos Onetti, considerato da molti "il William Faulkner sudamericano". Protagonista della novella è un uomo di mezz'età, un tempo grande stella del basket e ora malato di tubercolosi, che si trasferisce in un paesino di montagna per curarsi nel sanatorio locale. L'arrivo dell'uomo, il suo esilio volontario in una villa lussuosa, l'avvicendarsi di due donne al suo fianco, stravolgono la calma polverosa della cittadina. Prefazione di Antonio Muñoz Molina. Con un saggio di Mario Benedetti.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Claudio Scazza 30 maggio 2020
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Edoardo Bellotti 19 maggio 2018
Mi sono chiesta perché questo Onetti piace. E mi sono anche chiesta perché non piace a me, e non è sufficiente liquidare la faccenda con un semplice de gustibus. Non mi era piaciuto La vita breve, allora ho optato per il romanzo breve, e non c'è nulla che non vada, apparentemente. La prosa è perfetta, pochi personaggi molto ben delineati, chiari pur nella loro cupaggine; ritmo da metronomo, luogo suggestivo, un'ombra di mistero e di ambiguità, un pizzico di morbosità; una piccola comunità che osserva, indaga, ipotizza, giudica e la trama non è banale, ma nulla di ciò che è scritto qui mi aggancia: una specie di 'effetto Buzzati'. Non lo so, non ci arrivo e sospendo il giudizio.
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GABRIELLA BALLARINI 28 novembre 2017
Il libro finisce e nel cuore rimane quel sapore di ciò che non ha sapore, rimane l'incanto per quello che non sapremo mai, per l'amore che non c'è, per il cuore che batte e sospira. Rimane la certezza di aver amato e la conferma che fu un amore provvisorio, senza sogni, con tutti quei punti di domanda come fossero scalini che portano ad una casa disabitata. Soli, una volta di più, orfani.