La quasi totalità dell'oppio del mondo viene dall'Afghanistan. L'autore ci svela i retroscena di quello che appare con un fallimento della politica antidroga mondiale. In Afghanistan il 75% della popolazione sopravvive grazie alle coltivazioni di oppio. Il viaggio dell'autore parte dal centro di disintossicazione di Kabul. Tra 2005 e 2009 gli oppiomani sono aumentati del 53% e gli eroinomani del 140%. Il suo reportage prosegue tra i coltivatori di papaveri dell'Helmand la principale zona di produzione di oppio in Afghanistan e arriva alle grandi banche di Wall Street ripercorrendo i precedenti storici legati a tutti i conflitti del secondo dopoguerra e alle guerre dell'oppio anglo cinesi del XIX secolo. Non manca infine un riferimento al califfato che ha puntato su questo business per garantirsi un canale di finanziamento parallelo e alternativo a quello petrolifero messo in crisi dai bombardamenti russi. Un saggio per chi vuole comprendere più a fondo questa spinosa problematica.
Afghanistan 2001-2016. La nuova guerra dell'oppio
Un viaggio-inchiesta che porta il lettore a scoprire la connivenza delle forze d'occupazione con il business dell'oppio e dell'eroina. Un testo per chi vuole capire i retroscena di una guerra crudele e devastante.
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Autore:
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Daniele Garofalo 28 novembre 2017
Il libro è davvero bello, già esteticamente la copertina ti colpisce molto e ti verrebbe da comprarlo solo guardandolo. Essenzialmente si tratta di un saggio dello scrittore nelle terre afgane ove racconta di ciò che vede e delle persone che intervista. Inoltre prosegue analizzando il problema oppio e gli interessi economici e geopolitici che interessano il paese. Il libro è ben documentato e dettagliato nelle analisi nonostante non sia lunghissimo. il lavoro dell'autore è ottimo. Ne consiglio assolutamente la lettura.