La base atomica - Halldór Laxness - copertina
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Letteratura: Islanda
La base atomica
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Descrizione


"Non vogliamo vendere l'Islanda!" Reykjavik, fine anni '40, il paese è appena uscito dalla guerra ottenendo finalmente l'indipendenza, ma gli USA, con un'allettante offerta, ne chiedono un pezzo per una base NATO. Il popolo grida, il governo complotta, gli americani premono, quando in città arriva la giovane Ugla, una Candide contadina, discendente diretta delle eroine delle saghe che ancora popolano le sue lontane valli del nord, armata del fascino e della freschezza del "prodotto naturale", ma anche di allegria e sano buon senso, e decisa a trovare il suo posto indipendente nella vita. È lei che racconta le sue avventure quando entra come governante in casa del deputato Árland, con un harmonium come unico bagaglio: la sua educazione sentimentale in una luccicante società da operetta, tra cene segrete e sedute spiritiche, faccendieri arricchiti, figli di papà allo sbando, politici che giurano oggi quello che rinnegheranno domani, ma anche nel mondo sotterraneo delle cellule comuniste e di un organista filosofo che predica la vera rivoluzione, l'anarchia dell'arte e la libertà del pensiero. Scritto nel 1947 anticipando la realtà, censurato dall'Europa della guerra fredda, "La base atomica" rimane un romanzo di sorprendente attualità che, come sempre in Laxness, non si lascia etichettare; una denuncia politica e sociale che affronta l'emancipazione della donna, della cultura e di un'Islanda proiettata nel futuro con le sue forti radici nel passato.

Dettagli

24 marzo 2014
192 p., Brossura
9788870915280

Valutazioni e recensioni

  • Saldo come sempre nelle fondamenta letterarie che Laxness riconosce come la base da cui portare nuova linfa alla scrittura, questo La base atomica va gustato oltre al suo contenuto sociale e politico proprio nella narrazione modernissima che stupisce il lettore per la vivida dimensione dei personaggi ed il tocco comunque ironico e leggero. Seppure ambientato in una terra rubata all'oceano e forse marginale nella storia del mondo, ho apprezzato questo romanzo dove nessuno appare sconosciuto ed estraneo, dove alla fine una comprensione superiore ricompone i frammenti per un barlume di ottimismo. "Quale posto non è estraneo? Tutti noi siamo ospiti notturni in un luogo estraneo. Ma è meraviglioso aver compiuto il viaggio.".

  • Pur essendo datato, in quanto la vicenda si svolge nel periodo della guerra fredda, l’autore nella sua denuncia sociale in certi momenti tagliente, netta, riesce a dare alla vicenda una freschezza attuale, soprattutto per i suoi valori simbolici. La questione dell’accordo con gli Stati Uniti per una base atomica è vera, (infatti un accordo fu effettivamente firmato) e questa questione, insieme con le paure sociali della vittoria del Comunismo, viene più volte menzionata nel romanzo tirando in gioco le proteste (condivise in vita dallo stesso Autore) contro la “Vendita dell’Islanda”. Da qui è chiara la denuncia sociale e i richiami alla difesa della tradizione e alla storia che sono molto forti, di fronte al pericolo di perdere la propria identità. La protagonista è Ugla, giovane e sana contadina del Nord dell’Islanda, ignara dei compromessi e delle false apparenze di quella società borghese cittadina che è compromessa con la politica ai vertici della neonata società islandese. Ugla mantiene saldi i valori della tradizione, del buon senso e dell’altruismo e soprattutto della dignità. La vita primitiva della montagna, a contatto e in simbiosi con la natura, i grandi canti epici degli antichi eroi, di cui ella si fa portatrice e baluardo, contrastano vivacemente con quella società senza ideali, succube del modernismo, del denaro e dell’influenza americana. Vince Ulma, ovviamente, autentica, fiera, pura ragazza del nord.

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