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Adorabile. Intimo. Amabile. Carofiglio, mi hai scaldato il cuore ancora una volta.
L'ho trovato davvero originale. L'espediente narrativo attraverso cui ri rimbalzata dalla seconda persona di Enrico adulto, alla prima persona di Enrico adolescente, mi ha affascinata moltissimo. Un viaggio introspettivo fenomenale!
Con una semplicità di scrittura solo apparente, tu sembri leggermi dentro. Mi trovo ad indossare le stesse emozioni, gli stessi pensieri, le stesse riflessioni. Anch'io, leggendo un giornale, attratta da un nome del passato, sarei capace di andare in trance alla stazione ferroviaria e prendere un treno, un treno destinazione il mio passato. Ed in trance raccontare, mentre sto viaggiando, mentre sto vivendo il presente, anche ciò che è stato. Non so dove sto andando e cosa voglio, ma è tutto un istinto irrefrenabile, una calamita cui non posso sottrarmi. E rimetto insieme tutti i pezzi, che erano lì separati, abbandonati, messi lì in un cantuccio temporaneo perchè è così che la vita va, è così che a un tratto qualcosa ritorna per fare i conti con te. I nomi possono cambiare, le strade, i luoghi, ma quanto c'è di ognuno di noi in questa storia. Quante riflessioni, quanti dubbi, quante botte, quante "sliding doors" e come sarebbe andata se.... Ma adesso è il tempo di andare fino in fondo e darsi un'altra possibilità, quella del senno di poi, dell'ora o mai più, di smettere di fingere e di accettare quello che è stato e di accettarsi per quello che si è. In tutta la sua semplice ed apparente spontaneità, nel modo di mettersi a nudo pur nella finzione di un racconto, nei ricordi e nelle sensazioni, nei profumi e nelle emozioni, ti ho riconosciuto, mi sono riconosciuta. Perchè è così. Alcune cose hanno un bordo vertiginoso. E ci devi precipitare dentro per risalire.
Recensioni
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"Ti torna in mente una frase letta anni fa: non guardate indietro, ci siete già stati. Allora ti era parsa uno spunto arguto. Magari un po' new age, ma arguto. Adesso ti chiedi se poi è vero che ci siamo già stati. Non sei così sicuro, non lo sai bene cosa c'è da quelle parti."
Sta mutando la scrittura di Carofiglio. Nel cambiare editore di riferimento, passando da Sellerio a Rizzoli, lentamente si è trasformata anche la narrazione, portata verso una direzione differente dall'evolversi delle storie.
Da tempo Carofiglio non è più un giallista puro, forse non lo è mai stato.
La sua passione per la parola e la lingua ci è chiara ed è stata confermata ufficialmente con La manomissione delle parole, libro sul linguaggio creato in un gioco di rinterzo.
La centralità della psicologia umana, l'attenzione verso la società è evidente sin dai primi romanzi che pescano ampiamente nel vissuto contemporaneo i temi centrali.
La politica, il potere, la violenza, la criminalità, la giustizia sono sempre presenti nella sua opera e continuano a esserlo ancora oggi. Ma sembrano assumere più spazio anche altri aspetti meno collettivi e più individuali: nostalgia, rimpianto, memoria.
Un flash improvviso, il passato che ritorna, la memoria, appunto, che dopo lungo sopire si ripropone dura, impossibile da scacciare: è ciò che accade a Enrico Vallesi, scrittore.
Un treno lo riporta a casa, da Firenze, dove vive da anni, a Bari, dove è cresciuto, dove ha frequentato le scuole, dove ha lasciato vecchi amori, amici che hanno percorso strade molto diverse dalle sue, un fratello che non sente quasi mai, non vede da tre anni e non vuole disturbare.
Tornare a casa vuol dire ritrovare quegli anni che per tutti sono i più importanti della vita: l'adolescenza, la formazione della nostra personalità. Rivedere quel passato con gli occhi adulti può riservare piacevoli, ma anche spiacevoli sorprese. E può far riflettere su ciò che non si è, ciò che non si vuole. Un pensiero pericoloso.
È un libro di confine, un romanzo su quei limiti che per alcuni sono invalicabili e che altri superano, lanciandosi oltre il bordo vertiginoso delle cose (la citazione è da un verso di Robert Browning a noi preme soltanto il bordo vertiginoso delle cose). La maggior parte di noi cammina su quel bordo cercando un equilibrio difficile e precario: guardando indietro possiamo scivolare o addirittura precipitare.
A cura di Wuz.it
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