La cartella del professore

- " Ai fornelli non valgo granché, tanto per cominciare, ma anche se fossi brava non sono il tipo da preparare il bento ad un uomo, da andare a casa sua a fargli da mangiare o invitarlo a cena da me per servirgli manicaretti." La Cartella del professore è una storia d'amore "non convenzionale" tra Omachi Tsukiko, donna forte ed indipendente alle soglie dei quarant'anni, ed il suo ex professore di giapponese Matsumoto Harutsuna, di circa trent'anni più grande di lei. Il libro è stato un caso editoriale in Giappone, che non a caso il celebre mangaka Jiro Taniguchi ha trasposto ne:"Gli anni dolci". L'elemento che più si fa apprezzare è forse la "giapponesità" che permea il tutto, e che passa dalle situazioni indefinite e fluttuanti, alle ambientazioni che fanno parte di un immaginario ormai collettivo, fino al finale quasi privo di ogni speranza. La lettura scorre veloce e non impegna troppo, ma personalmente ho trovato questa storia d'amore un tantino troppo lenta per coinvolgere fino in fondo un lettore occidentale.

Premetto che di questo libro ho letto la versione inglese. Non so cosa mi aspettassi, diciamo che l'ho preso un po' a scatola chiusa, per curiosità. Ne avevo sentito parlare molto bene, ma sono rimasta un po' delusa. L'ho trovato un un po' ripetitivo e la trama un po' inconsistente, ma penso sia un libro molto delicato fatto delle emozioni e delle sensazioni dei personaggi duranti i loro appuntamenti non dati, piccoli rituali che si definiscono nel corso del romanzo in una narrazione delicata e quasi sussurrata.

Un incontro casuale tra un vecchio professore e la sua giovane ex-allieva in un ristorante giapponese sancisce l'inizio di un dolce rituale che durerà settimane. Le settimane si trasformeranno in mesi e i mesi in anni. Appuntamenti scanditi da tazze di sakè, zuppe, alghe e pesce, dall'atmosfera vellutata di Tokyo, che muta di stagione in stagione sotto gli occhi schivi del professore e sotto la pelle ancora giovane della sua ex-allieva. I piatti della delicata cucina giapponese accompagnano gli incontri mai programmati, ma non per questo meno frequenti, di due persone così diverse eppure simili nella quieta accettazione della propria solitudine, ed ogni incontro rappresenta un impercettibile avvicinamento, serve a chiarire dubbi e fraintendimenti. Una melodia leggera, un equilibrio perfetto raggiunti grazie ad una scrittura ricca di eleganza e sensibilità.