Le ceneri di Angela

Con questo romanzo, premio pulitzer nel 1997, Frank McCourt ripercorre gli anni della propria infanzia offrendo al lettore uno spaccato di vita quotidiana nell'Irlanda del primo novecento: il padre alcolizzato, la madre malata, i fratelli decimati dalla fame e dalle malattie e una poverta' talmente estrema che oggi si fatica anche solo ad immaginare. Ma le privazioni, l'emarginazione, l'ignoranza e la sofferenza, vere e uniche protagoniste del romanzo, sono descritte in prima persona attraverso i suoi occhi da bambino, con l'ingenuita e l'innocenza tipiche dell'infanzia. L'atrocita' delle vicende descritte e' quindi abilmente bilanciata dalla prospettiva attraverso cui vengono narrate: ingenuo, scanzonato e irrivetente, il ragazzino descrive se stesso, la propria famiglia e tutta la girandola degli assurdi personaggi dickensiani che ruota loro intorno con grande ironia e vitalita', regala al lettore emozioni contrastanti, sorrisi e lacrime, e lo invoglia inevitabilmente a proseguire fino all'ultima pagina. Una scrittura quindi tanto semplice quanto geniale e coinvolgente per quello che ritengo, indiscutibilmente, un piccolo capolavoro...

Primo di una trilogia di tre - nonché il migliore dei tre - é sicuramente uno dei più bei libri degli ultimi 25 anni.

Siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso la povertà, fra un padre perennemente ubriaco e vociferante contro il mondo, gli inglesi e i protestanti, e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza. Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista, un ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore crea con le sue parole un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso la terra promessa. Un vero capolavoro, scritto con grande ironia.