Tra le mani mi è capitato il romanzo "I colori dopo il bianco", di Nicola Lecca, giovane scrittore cagliaritano con la passione per i viaggi. Dopo un’accorta lettura, tesa specialmente a verificare l’erroneità o meno del mio intuito, o sarebbe meglio dire della golosità visiva che mi ha suscitato, non potevo non realizzare una recensione ad hoc. Come suggeriscono già il titolo e la copertina, la storia trattata dal romanzo ruota attorno ai colori, mezzi, a mio avviso, alquanto efficaci, di cui si serve lo scrittore per comunicare e descrivere al meglio sensazioni ed emozioni, albergate nelle personalità che animano il libro. Ma ora, soffermandomi sulla trama, potrei dire che "I colori dopo il bianco" si delinea, pian piano, per mezzo di Silke, ragazza di agiata famiglia, con uno spirito talmente ribelle, che le impedisce di vivere serenamente secondo le regole imposte dai suoi genitori, troppo strette per chi pretende la felicità, la realizzazione e vuole vivere in armonia con se stesso. La protagonista, proprio per questo, si sente da sempre fuori posto: vivere nella sua famiglia apparentemente perfetta, terribilmente abitudinaria e relegata alle catene della propria condizione sociale, la disgusta e la tormenta a tal punto che, arrivata al limite, decide di trasferirsi momentaneamente a Marsiglia, in una città caotica, ma viva, lasciando dietro di sé le montagne, la rigidità e il grigiore di Innsbruck. Nella colorata città francese, Silke appare una ragazza piuttosto insicura, spaesata in quell’ambiente troppo rumoroso, agitato e criminale. I primi giorni non saranno facili ovviamente, la distanza tra Innsbruck e Marsiglia non si rifà solo a chilometri, ma alla diversità caratteriale, mentale, culturale e strutturale delle due città, che le fa figurare agli antipodi. Silke però, non si lascia vincere dalla paura della diversità, dello sporco e dell’illegalità, che farebbero inorridire la sua famiglia e il modo di pensare a cui l’ha costretta suo padre, persona illustre nel panorama austriaco. Silke si impegna a combattere contro se stessa, contro i pregiudizi e la realtà che le si presenta ogni giorno. Ella sa che, oltre la barriera costruita dai suoi genitori, perfezionisti e puritani, esiste un mondo bello, pieno di vita e buono. Dopo una serie di ostacoli più interiori che fisici, la protagonista si troverà a crescere, ad ambientarsi e a capire meglio il senso della vita, del suo privare e dare, e soprattutto riuscirà a trovare una pace e una gioia che non credeva trovare mai, la strada giusta da percorrere per essere felice, il luogo dove delineare il suo mondo ideale, dove avere una rivincita e la libertà di essere finalmente se stessa, senza vergogna. Questo romanzo lo consiglio ai giovani, a tutti coloro che si sentono fuori posto e irrealizzati. "I colori dopo il bianco" è un monito alla vita, in tutte le sue forme, in quelle più cupe e in quelle più vivaci. Perché la vita è l’insieme del bello e del brutto, dove dietro il brutto si nasconde spesso il buono, e dove dietro il bello si nasconde il malvagio.
I colori dopo il bianco
Staccarsi dal passato farà male?Silke ancora non lo sa, ma è stanca di Innsbruck: una città gelida e perfetta in cui il destino, ostaggio dell'abitudine, domato dalla disciplina e ammansito dalla ricchezza, se ne sta quasi sempre in letargo.Per vivere a pieno sceglie Marsiglia. Ha voglia di novità, di mare e di colori, e non importa se tutto questo comporterà mille sfide: Silke è finalmente pronta ad affrontarle.Ragazza, ma non ancora donna, rinuncerà al benessere della sua vita privilegiata per trasferirsi in un micro appartamento vicino al porto, lasciandosi alle spalle lo sfarzo della villa di famiglia e il soffocante controllo di genitori ossessionati dalle regole, ancorati alle tradizioni e devoti al culto della reputazione più che all'amore o alla verità.Fin dal primo istante, Marsiglia coinvolgerà Silke nel suo alveare di esistenze complicate, curandola dalla solitudine e accogliendola con una moltitudine che turba e spaventa, rallegra e commuove.Se a Innsbruck il tempo pareva sospeso in un'illusione asettica e le giornate si susseguivano con la grazia innaturale del nuoto sincronizzato, a Marsiglia tutto scorre, governato da un'imprevedibilità che mette a dura prova ma offre, in cambio, vivacità e calore umano. Come accade con Murielle: una vicina di casa chiacchierona che, armata di torte e di prelibatezze africane, aiuterà Silke ad abbandonare la sua riservatezza per unirsi al flusso della città e imparare il valore dell'accoglienza, l'importanza dell'ascolto e l'arte di non prendersi troppo sul serio. Nel fitto reticolato delle stradine marsigliesi, Silke si incontrerà col mondo e si renderà conto che ogni labirinto può trasformarsi in un gioco: un rompicapo da risolvere per dimostrare di essere all'altezza della vita. E quando incontrerà la vecchia gattara di rue de la Palud e il giovane Didier – ladro, atleta e mangiatore di fuoco –, si accorgerà che il destino, capace di togliere tanto, è spesso pronto a dare: proprio quando meno ce lo aspettiamo. Con una scrittura semplice ma elegante, Nicola Lecca realizza l'indimenticabile affresco di una Marsiglia travolgente: e, con uno sguardo pieno d'amore per la vita, rende eterna l'ostinata ricerca di una ragazza desiderosa di un destino che finalmente le assomigli.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Tina xx 01 dicembre 2017
Questo libro è semplicemente sublime. Una storia intima e coinvolgente, dall'inizio alla fine. La protagonista sembra assomigliarci e rispecchiarci, tanta è l'umanità che la caratterizza. Una storia di rivalsa, rinascita, coraggio e sensibilità. I colori dopo il bianco sono i colori della vita, che avvolgono e accompagnano fino alla fine, lasciando un senso di bellezza che va oltre la lettura. Consigliatissimo!
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Sebastiano Poretti 28 novembre 2017
Mi piacciono le storie raccontate da Nicola Lecca, così colme di amore per la vita, ottimismo, speranza, e con la concreta possibilità per i protagonisti, dopo tante traversie e sofferenze, di raggiungere la felicità. «Il destino non esiste. Non c'è. È un'invenzione. Il destino sei tu. È ciò che vuoi: ciò che desideri.»: già l’inverno scorso queste parole, in accompagnamento al libro fresco di stampa in bella mostra nella vetrina di una libreria, mi colpirono e diedero molto da pensare. È vero: il destino è un’invenzione, e forse anche una scusa dietro la quale si trincerano spesso le nostre indecisioni e mancanza di coraggio. Finisce per comprenderlo pure Silke, la giovane protagonista del romanzo, quando si decide a riprendere in mano le redini della propria vita; una vita che, come lei scopre, può essere persino improvvisazione e costruttiva disobbedienza, a dispetto delle rigide e asettiche regole di una famiglia per cui l’apparire è tutto.
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