Il corso delle cose

Ho letto moltissimo Andrea Camilleri, questo libercolo, pur presentando degli aspetti di estremo interesse, soprattutto nel modo di scrivere, forse perché prodotto da uno scrittore all'esordio, non soddisfa le aspettative.

E' sempre interessante riscoprire i primi Camilleri, quelli meno noti e famosi, anzi, questo e'addirittura il primo romanzo da lui scritto, datato 1968, come si vede la pubblicazione di Sellerio e' del 1998, nel mentre c'e' stata una pubblicazione di un certo editore Lalli, del 1978, in contemporanea con la riduzione televisiva (mai vista ma che mi piacerebbe recuperare) dal titolo La mano Sugli Occhi. Venendo al romanzo in se', la lingua camilleriana non e' ancora totalmente compiuta, l'intreccio e' comunque molto avvicente, forse il finale meritava qualche dettaglio in piu'. Bellissima la descrizione della festa di San Calogero.

Andrea Camilleri scrisse questo romanzo breve quando aveva 42 anni, ed era ancora in cerca di un proprio stile personale. Per una serie di problematiche varie, il romanzo ebbe poi un difficile percorso - durato anni - prima di arrivare alla pubblicazione. Di certo Camilleri, anche in virtù dei suoi ruoli già svolti ai tempi come autore teatrale ecc..., dimostra di avere già delle solide qualità di scrittura, infatti la vicenda risulta perfettamente calibrata da un punto di vista della forma (il linguaggio è un italiano standard con lievissime influenze del dialetto siciliano) e della struttura narrativa. Con sapienza lo scrittore dosa in vari colpi di scena, tenendo sempre il lettore proteso verso la soluzione dell'enigma (perché hanno sparato a Vito) che si paleserà solo nel finale. Riesce poi a dipingere bene il microcosmo di una Sicilia dove - tra i vari personaggi caricaturali e apparentemente inoffensivi - ribolle una violenza (mafiosa e non) sottaciuta e silente, ma pronta ad esplodere in qualunque momento.