Sono rimasta un po' delusa da questo libro. Come tutti i libri della Chevalier è scritto in modo molto accurato, con un'ottima ricostruzione storica e una bella caratterizzazione dei personaggi, ma credo che il finale sia troppo frettoloso, una sorta di riassunto di cosa è successo ai protagonisti dopo che la parte più interessante della storia era già stata raccontata. In definitiva l'ho trovato un po' lento nella parte iniziale e centrale (ma comunque piacevole) per poi velocizzarsi eccessivamente nel finale.
La dama e l'unicorno
È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al Coq d'Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Alessandra Darchini 04 dicembre 2017
Tracy Chevalier sa raccontare l’amore come poche altre autrici di narrativa storica sanno fare. “La dama e l’unicorno” non alimenta nel lettore l’immaginario ideale e idillico della vita rinascimentale che spesso abbiamo, ma traccia con lucidità spietata e spietato candore le dinamiche di un mondo in cui raramente si ottiene ciò che il cuore davvero desidera.
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Sono rimasta un po' delusa da questo libro. Come tutti i libri della Chevalier è scritto in modo molto accurato, con un'ottima ricostruzione storica e una bella caratterizzazione dei personaggi, ma credo che il finale sia troppo frettoloso, una sorta di riassunto di cosa è successo ai protagonisti dopo che la parte più interessante della storia era già stata raccontata. In definitiva l'ho trovato un po' lento nella parte iniziale e centrale (ma comunque piacevole) per poi velocizzarsi eccessivamente nel finale.