Il faraone - Christian Jacq - copertina
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Letteratura: Francia
Il faraone
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Descrizione


Stratega, guerriero, visionario: Thutmose, il primo sovrano a essere chiamato Faraone.

«Christian Jacq ci accompagna in un viaggio appassionante mischiando come sempre avventura e rigore scientifico.» - Corriere della Sera

Reggendo la corona rossa del Basso Egitto e quella bianca dell'Alto Egitto, Puyemre, servitore di Amon, mi guidò fino al santuario dove avrei ricevuto l'energia divina. Due ritualisti mi avvolsero in un fascio luminoso per ravvivare i riti celbrati durante la mia prima giovinezza.
«Tu sei il toro vittorioso, dalla regalità duratura, figlio di Thot» dichiarò Puyemre. «Che tu sia oggi anche maestro della forza e della grande potenza. Che tu sia Faraone.»

Diventato sovrano d’Egitto poco più che adolescente, Thutmose III dimostra subito un ossessivo interesse per gli antichi rituali e i testi religiosi, unito a una pacata indifferenza nei confronti del suo ruolo. L’Egitto intero freme: un sovrano debole, incapace di guidare l’esercito, può significare la rovina; e infatti l’ombra dei nemici si allunga, minacciosa, sul Paese. Ma Thutmose ha ingannato tutti: il suo unico scopo è migliorare le sorti del suo popolo, e solo grazie al suo studio instancabile è diventato uno stratega e un «lettore di uomini» senza rivali. Ben diciassette saranno le campagne militari in cui s’impegnerà per mantenere la pace e il regno, e innumerevoli le sue imprese a gloria dell’Egitto, tra cui la costruzione dei grandiosi templi di Karnak. Ma nonostante le vittorie, Thutmose non sarà un vero «faraone» – termine che designa sempre una coppia, dato che è l’incarnazione di Iside e Osiride – finché non sposerà Satiah, una donna in apparenza fragile, ma con l’animo di un’autentica guerriera…

Dettagli

21 novembre 2019
479 p., Rilegato
9788867025480

Valutazioni e recensioni

  • Giuseppe D'Addio

    Saro breve: con questo romanzo si ritorna praticamente allo stile usato nella pentalogia di Ramses. I personaggi sono abbastanza ben caratterizzati, o almeno per la maggior parte, e al contrario di vari romanzi di Jacq, dove i problemi si risolvono in poche righe e tramite un intervento divino (come ad esempio Il mago del Nilo, il romanzo di Imhotep), qui l'intervento è molto più umano e terreno e questi problemi sono meglio caratterizzati, spiegati e risoluti. Mi è anche piaciuta la storia del siriano che per una volta sta dalla parte dei buoni e alla fine decide di fare la cosa giusta. Ho trovato però strano il fatto che i capitoli, scritti praticamente a caratteri cubitali, siano sì numerati in almeno un centinaio, ma occupano nel libro almeno quattro o cinque pagine, rendendoli troppo brevi. Il problema peggiore, però, per me risiede nella prospettiva: una volta vediamo il narratore parlare in terza persona, e una volta lo vediamo parlare in prima con la voce di Thutmose, il protagonista (il quale, tra l'altro, è una statua di sale in ogni situazione). Non è in realtà un problemone, ma non capisco perché. Per il resto, la trama è piuttosto semplice, con qualche aggiunta in più tanto per non lasciare nulla al caso. È comunque un buon acquisto, ed è un bene che Christian Jacq abbia deciso di non affidarsi troppo al misticismo della terra dei Faraoni e abbia scelto una storia più umana e meglio aderente alla storia reale rispetto ad altri libri, rendendolo, come detto prima, un ritorno alle origini nel suo ciclo egizio con i cinque libri del Romanzo di Ramses, anche se questo ne rimane inferiore.

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