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La guardia, il poeta e l'investigatore - Jung-myung Lee - copertina
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Nationality Letteratura: Corea del Sud
La guardia, il poeta e l'investigatore
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guardia, il poeta e l'investigatore

Descrizione


Nel 1944 la Corea è sotto l'occupazione giapponese, e nella prigione di Fukuoka non si permette ai detenuti coreani di usare la propria lingua. Un uomo, una guardia carceraria, viene trovato brutalmente assassinato, e un giovane collega dall'animo sensibile e letterario viene incaricato di condurre l'indagine e trovare il colpevole. La vittima era temuta e odiata per la sua brutalità, ma quando l'improvvisato investigatore avvia la sua inchiesta interrogando custodi e detenuti, ricostruendo poco a poco i movimenti degli ultimi mesi, un diverso e sorprendente scenario si impone alla sua attenzione. Dall'inchiesta sull'uomo emerge il passato di un povero analfabeta orfano dei genitori, il faticoso riscatto attraverso il lavoro, la carriera nella prigione, la scoperta di una passione inaspettata, il ruolo di "censore" con l'incarico di controllare la corrispondenza in entrata e in uscita dal carcere. E soprattutto il legame con un detenuto particolare, un famoso poeta coreano, autore di scritti sovversivi. E proprio attorno al poeta ruota l'intera vicenda: nel corso dei suoi interrogatori il giovane si trova a parlare sempre di più con il prigioniero e, come prima di lui la guardia assassinata, a immergersi in un dialogo fatto di letteratura, d'arte, di libertà. Si scopre a desiderare la bellezza dei suoi versi clandestini, a subire il potere eccitante e al tempo stesso rasserenante della parola poetica...
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Dettagli

2016
21 gennaio 2016
387 p., Brossura
9788838933486

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Non è propriamente né un thriller né un libro storico : è ’ veramente uno scrigno prezioso questo libro del sud coreano Jung myung Lee. Lo scenario è quello drammatico della prigione di Fukuoka , in Giappone, dove i prigionieri coreani lì rinchiusi durante la seconda guerra mondiale subiscono ogni sorta di crudeltà, così come ahimè succede in tutti i campi di prigionia in tempo di guerra. Lo spunto della narrazione è dato dall’assassinio di una guardia carceraria, una delle più violente e crudeli. Viene incaricato di scoprire l’autore dell’efferato delitto una guardia giovane, colta e sensibile che condurrà l’indagine fino in fondo, anche quando non lo dovrebbe più fare, scoprendo alla fine una verità che forse avrebbe fatto meglio a non conoscere. Certo, perche in certe drammatiche circostanze si inserisce nell’animo umano anche quel meccanismo di autodifesa e cioè quello di vedere il male ma di non avere il coraggio di denunciarlo o di opporvisi! Ma quello che emerge e che conquista subito l’attenzione del lettore non è tanto l’indagine per il delitto o la situazione drammatica in cui versano i prigionieri , bensì la scoperta di come, anche nell’abbruttimento generale, la letteratura, la musica, la poesia siano lo strumento universale più efficace per salvare la propria umanità , la propria spiritualità e la propria dignità . Il protagonista in assoluto qui è il poeta Yun Dong-ju , realmente esistito e morto a Fukuoka a 28 anni. Protagoniste sono le sue poesie, leggere come aquiloni , istintive, limpide e profonde nello stesso tempo; come protagonisti sono i libri di letteratura universale da Rilke a Tolstoj, per esempio, i cui contenuti, le cui parole circolano sommessamente tra i prigionieri. Quei prigionieri cui è stata tolta anche l’uso della propria lingua, della propria parola, del proprio Io. Eppure i libri bruciano a Fukuoka come sono bruciati nel 3° Reich, e ovunque la forza violenta voglia sottrarti una verità. Ma Yun Dong-ju consola il giovane investigatore, costretto a bruciare anche le sue poesie, dicendo una cosa giusta: . La poesia, la letteratura hanno il potere universale di rendere tutti degni di chiamarsi fratelli.

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