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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2017
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Il tono narrativo pacato e concreto di Vitali convince, in questa insolita storia di persone che, nella loro genuinità nostrana, si trovano a dover affrontare l’imprevisto. Spunti di meditazione sulle vicende quotidiane e sull’imprevedibilità del caso, che in quanto tale coinvolge tutti senza distinzione meritocratica e secondo tempistiche tutte sue. Linguaggio dalle forti matrici lombarde, che talvolta richiama piacevolmente figure lessicali non più così diffuse. Buona lettura per rispolverare o conoscere un mondo estraneo al vivere frenetico delle metropoli.
L’abilità consueta di Andrea Vitali è qui più evidente che in altri romanzi: la lettura è piacevole, con un po’ di dialetto qua e là, e qualche interessante annotazione sul gioco delle bocce che può interessare chiunque. Ben caratterizzata la solita invadente perpetua, custode di un anziano prevosto abbastanza rassegnato. Assenti questa volta i Carabinieri. Il romanzo conferma l’inesauribile vena narrativa di Vitali, la lettura scorre piacevole confermando nel fedele lettore dell’autore bellanese che tutto il mondo è paese e che gioie e dolori sono parte ineluttabile del nostro percorso. Una trama avvincente che dal solito lago ti porta in Svizzera e poi di nuovo in Italia per un torneo di bocce. Un finale inatteso.
Tra i vari personaggi di Bellano c’è anche Abramo Ferrascini, un giocatore di bocce, un bravo bocciatore che domenica prossima deve disputare le semifinali, ma il cognato di sua moglie sta male e perciò partono tutti per Lucerna. Sperando che il cognato Eraldo muoia subito, si faccia il funerale in fretta e così si riuscirà a tornare a casa in tempo per il torneo! Ma il destino è in agguato e assume le sembianze di una mela che Abramo affamato prende da un cestino in un albergo. Nessuno l’ha visto e nessuno lo viene a sapere, ma, come in un romanzo di Kafka, ogni colpa deve essere punita e quindi s’innesta un complesso meccanismo ad orologeria che avrà amare conseguenze.
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