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Middlemarch - George Eliot - copertina
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Middlemarch
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Middlemarch - George Eliot - copertina
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Descrizione


Pubblicato a puntate tra il 1871 e il 1872, "Middlemarch" è, nel variegato paesaggio del romanzo inglese di fine Ottocento, tra i punti più alti mai raggiunti in termini di capacità di rappresentazione della complessità delle psicologie e di attenzione quasi d'ordine sociologico all'ambiente sociale (il sottotitolo, "Studi di vita in provincia", definisce da subito il contesto). Al centro della storia è proprio l'immaginaria cittadina inglese di Middlemarch, all'interno della quale si articolano i destini di quattro personaggi e di due matrimoni infelici, indagati da George Eliot nei loro più impercettibili interstizi attraverso lo strumento chirurgico di uno stile espressivo sempre acuminato. Il romanzo che permette di comprendere la solidissima fragilità dell'Inghilterra vittoriana. Introduzione di A.S. Byatt.
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Dettagli

2008
Tascabile
19 marzo 2008
829 p., Brossura
9788817020770

Valutazioni e recensioni

Enzo Esposito
Recensioni: 5/5

Prima o poi qualsiasi aspirante scrittore russo deve misurarsi con i lasciti del connazionale Tolstoj, e, a meno di non brandire con sfrontata fiducia in groppa al proprio ego le capacità dispensate dalla natura e coltivate da fermo ingegno, affonderà in bituminose notti di autocommiserazione al termine della quale il pugno sfonderà la plumbea superficie stretto attorno alla penna, o l’avrà lasciata colare in abissi di frustrazione. Ad occidente, una simile crisi potrebbe cogliere il novello scribacchino britannico nell’incrociare George Eliot. Per l’ampiezza della visione d’insieme, che spazia dalle tribolazioni politiche agli opprimenti meccanismi giuridico-pettegoli d’una società asserragliata entro la fortezza delle sue credenze, e l’ubiqua minuziosità psicologica adoperata per mappare l’ipogeo scorrere che smuove i due matrimoni presi ad esame, Middlemarch si colloca perfettamente nel mezzo di Guerra e Pace e Anna Karenina. Quando leggi autori come Jane Austen, graziosa ricamatrice dell’equivalente odierno di sofisticate commedie romantiche, Charles Dickens, il cui aggressivo impegno sociale boccheggia in melensi gorghi di sentimentalismo, Emily Bronte, che getta sul romanticismo il ruvido panno della brutalità, ti fai della letteratura vittoriana l’opinione d’un nugolo di artigiani esperti nel colmare deliziosamente ore altrimenti vuote al tepore d’un camino all’inglese. Perciò leggere Middlemarch, all’inseguimento costante della realtà annidata nelle pieghe del quotidiano, e che dura e regale si manifesta allorché contro di essa si scontrino per essere ricacciate all’indietro stonate e barcollanti le speranze e i sogni di gloria dei due protagonisti - il tutto sorretto da una solidissima cultura -, lascia pressoché sbalorditi. Addirittura la signora Eliot segue con eccessivo rigore la traccia suggerita dal sottotitolo, Studi di provincia, al punto da caricare, talvolta, la fitta scrittura di pedanteria, facendone un serioso esperimento scientifico, quando sarebbe stato piacevolissimo, tornando a parlare dello zione russo sopracitato, quel cadenzato tocco leggero, puramente artistico, che fa di Guerra e Pace(come di Anna Karenina) un testo fluido a onta delle malelingue. Però, santo Omero, quanta innegabile grandezza c’è in Middlemarch! George Eliot, leggo, è lo pseudonimo maschile adoperato da Mary Anne Evans per due validi motivi: sventare i pregiudizi contro le donne scrittrici dell’epoca(che essa stessa accusa di frivolezza), ed evitare di esporre la propria spinosa condizione sentimentale alle pubbliche chiacchiere. Già in urto con la famiglia per il dichiarato ateismo, la Evans è rimasta notoriamente legata fino a tarda età al marito d’un'altra donna, a sua volta condiscendente sostenitrice della salubrità morale del matrimonio “aperto”. Morto il compagno, sposa un uomo di vent’anni più giovane. Questa mirabile larghezza di vedute, altrimenti detta anticonformismo, che la vide muoversi con stolida leggiadria fra le coevi serpi bigotte, la si può ravvisare pienamente nella sua scrittura. Il prossimo che sento sostenere l’incapacità delle donne a scrivere “come un uomo”, cioè seriamente, lo spedisco a leggere Middlemarch. Oltre alla Woolf e alla Lessing. Tutte donne britanniche. Curioso, no? Ma questa è un’altra riflessione…

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Recensioni: 4/5

Ampiamente acclamato come una delle più grandi novelle in lingua inglese, Middlemarch segue un gran cast di personaggi in una cittadina inglese durante il periodo 1829-1832. La storia segue diverse storylines e personaggi principali, e prende in esame temi come il matrimonio, lo stato sociale, il genere e la religione. Le rappresentazioni degli intricati personaggi sono affascinanti e sono stato così assorbita dalla vita di alcuni che i pochi capitoli monotoni erano l’ultimo dei miei problemi. In più la seconda metà del libro è molto più soddisfacente della prima dato che tutte le storie individuali sono intrecciate insieme e concluse.

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Recensioni: 5/5

Ambientato nella cittadina di finzione di Middlemarch, il romanzo si presenta come uno spaccato sulla vita provinciale dell'epoca, fatta di pettegolezzi, matrimoni più o meno sbagliati, desideri e aspirazioni personali che spesso vengono soffocati dalla società, il tutto all'ombra di un progresso solo accennato e ancora di là da contagiare significativamente le vite delle famiglie su cui si concentra la narrazione. Eliot, maestra della scrittura realistica, cerca di portare sulla scena la vita nella sua interezza e riesce, pur in un formato non leggero, a non abbandonare o far annoiare mai il lettore.

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