Tutti i temi trattati nella Montagna Magica portano a riflettere sulla vita e sulla morte. E in particolare vorrei riferirmi ad un fatto. Impressiona nella conversazione tra il medico e Castorp la riflessione di come la "forma" postrebbe essere unica differenza tra la morte e la vita se assunta come fenomeno umano. Infatti, mentre la vita prosegue anche dopo la nostra morte, quanto a energia che nutre il resto della terra, in quella che noi chiamiamo vita si tratta di una vita imbrigliata nella forma (il corpo). La scrittura di questo testo è mirabile e la vastità dei temi è immensa. Un testo che ha la possibilità di influenzare tutta una vita. E lo può fare ancora oggi, nonostante molto tempo sia trascorso dalla scrittura.
La montagna incantata
Il libro più importante del Novecento Nobel Letteratura 1929 Edizione aggiornata e corretta a luglio 2014 La montagna incantata, uno dei romanzi che hanno improntato il secolo letterario, fu concepito inizialmente da Mann come racconto. Gli era stato ispirato da una breve permanenza nel sanatorio svizzero di Davos, e, nelle sue intenzioni, “non doveva essere altro che un riscontro umoristico alla Morte a Venezia”. Ma, via via, il racconto crebbe in estensione e complessità, fino a diventare romanzo, nella piena tradizione del Bildungsroman. Il protagonista, il giovane Hans Castorp, quando arriva a Berghof è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha però le sue curiosità spirituali ed è intellettualmente aperto all’avventura. A contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell’epoca, il suo carattere subisce un’evoluzione e un’incremento: passa attraverso la malattia (Behrens e Krokowski), l’amore (la signora Chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (Settembrini), il pessimismo irrazionale (Naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. Nel mondo della «montagna magica» dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l’umorismo di Mann), dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell’inutile strage della «grande» guerra. «Il Graal che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea», disse Mann, parlando agli studenti di Princeton nel 1939, alla vigilia di un'altra strage, «è l'idea dell'uomo, la concezione di un'umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Graal è un mistero, ma tale è anche l'umanità: poiché l'uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero umano... Fate il favore di leggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Graal, il sapere, l'iniziazione, quel `supremo' che non solo l'ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso va cercando.»
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Tutti i temi trattati nella Montagna Magica portano a riflettere sulla vita e sulla morte. E in particolare vorrei riferirmi ad un fatto. Impressiona nella conversazione tra il medico e Castorp la riflessione di come la "forma" postrebbe essere unica differenza tra la morte e la vita se assunta come fenomeno umano. Infatti, mentre la vita prosegue anche dopo la nostra morte, quanto a energia che nutre il resto della terra, in quella che noi chiamiamo vita si tratta di una vita imbrigliata nella forma (il corpo). La scrittura di questo testo è mirabile e la vastità dei temi è immensa. Un testo che ha la possibilità di influenzare tutta una vita. E lo può fare ancora oggi, nonostante molto tempo sia trascorso dalla scrittura.
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Mann, uno dei miei autori preferiti! Grandioso affresco delle varie correnti di pensiero all'inizio del 900 che e'riassunto nelle schermaglie verbali tra Settembrini e Naphta.Profonda riflessione sul tema della malattia e della morte,è un incalzante e convincente invito a non lasciarsi sopraffare dai pensieri parassiti ma di vivere la vita in armonia lasciandosi guidare da bontà ed amore. E' anche da leggere come una critica alla guerra in generale. Bella traduzione degli anni '60, però le preferisco quella nuova della Colorini per i Meridiani.
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