Philomena

Libro commovente ed emozionante. Tratto da un storia vera. Molto scorrevole e mai noioso

Durante le festività natalizie del 2003 Philomena Gibson, nata Lee, dopo aver bevuto un po’ di più racconta ai figli il motivo per cui durante quel periodo dell’anno appariva sempre triste e colpevole: era l’anniversario del giorno in cui suo figlio Anthony le era stato portato via; aveva così rivelato, dopo cinquant’anni, quel segreto che aveva tenuto per sé a causa del rimorso inculcatole dalle suore nell’abbazia di Roscrea, in Irlanda. Così è cominciata la ricerca di Martin Sixsmith, giornalista e autore di questo libro, per ritrovare Anthony. Una ricerca che è stata poi minuziosamente riportata in 460 pagine e che ci narra la vita di Michael Hess, con i suoi successi politici e quei rimorsi che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Il lettore prova necessariamente un moto di compassione verso quel ragazzino cresciuto nella convinzione di essere stato abbandonato e di non essere, dunque, abbastanza. L’impossibilità di accettare la propria felicità sarà, purtroppo, un tratto caratterizzante della vita di Michael e lo porterà spesso ad un punto di non ritorno. Anthony e Philomena si sono cercati per tutto il tempo in cui erano stati separati, senza sapere che dall’altra parte del mondo anche l’altro stava facendo la stessa cosa.

Storia toccante dal punto di vista umano che fornisce una finestra sulla società irlandese degli anni 50 dove le povere e giovani madri nubili erano vittime dell’integralismo religioso. Interessante la panoramica sulla politica dell'epoca, ma il romanzo non mi ha convinto fino in fondo, troppo romanzato a tratti un po' forzato.