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Il presagio - Anne Holt - copertina
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Il presagio
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Il presagio - Anne Holt - copertina
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Descrizione


22 luglio 2011. Mentre la Norvegia è sconvolta dagli attentati a Oslo e Utoya e l'intero corpo di polizia viene mobilitato, a chi viene in mente di indagare sulla morte di un bambino in casa sua? Per di più se ha tutta l'aria di essere un incidente domestico. Ellen, una vecchia amica, dà una festa, e Johanne Vik accetta di aiutarla nei preparativi. Quando però arriva a villa Mohr, viene accolta da una scena devastante: Sander, il figlio di Ellen e suo marito Jon, è caduto da una scala ed è morto. Un momento di disattenzione da parte dei genitori, una tragica fatalità? Henrik Holme, poliziotto neodiplomato a cui viene affidato il caso mentre tutti i colleghi sono assorbiti dai due attentati, non ci crede: negli anni, il piccolo Sander aveva accumulato un po' troppi «incidenti domestici», anche per un bambino vivace come lui. Neppure Johanne, di fronte alle reticenze e alle contraddizioni dei Mohr, crede del tutto alla disgrazia; e insieme al giovane agente si mette a caccia della verità. In uno dei suoi romanzi più tesi, Anne Holt dipinge il ritratto dolente di una violenza che non risparmia nessuno e punisce tutti, anche gli innocenti.
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Dettagli

2019
Tascabile
29 gennaio 2019
330 p., Brossura
9788806240356

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 3/5

Ho faticato a leggere questo libro, specialmente la prima parte, in cui la Holt riesce a trasmettere al lettore il dolore e lo smarrimento del popolo norvegese per i fatti di Utoya e l'attentato al centro di Oslo. Straziante, poi, la descrizione del bambino morto fra le braccia della madre. Per mancanza di personale in seguito agli attentati, le indagini sulla morte del bambino, apparentemente per un incidente domestico, vengano affidate ad un poliziotto appena diplomato. Personaggio sui generis, conquista subito per la sua integrità e umanità, affiancando la criminologa Johanne, amica della famiglia della piccola vittima, in un'avvincente indagine personale. Molto bello quest'ultimo personaggio, integro e positivo nonostante le varie traversie della vita, così come il rapporto che la lega al marito. Gli altri personaggi della ricca borghesia, al contrario, riuniti dalla criminologa intorno ad un tavolo, rivelano, dietro una facciata di successo nella vita, un lato oscuro e ambiguo, di gelo nei sentimenti e nei rapporti con gli altri. Un romanzo duro per le tematiche affrontate - non solo le stragi di Breivik ma soprattutto la denuncia delle violenze domestiche sui bambini - che lancia un messaggio inquietante. Bello l'intreccio, moderato ma coinvolgente.

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Recensioni: 3/5

Non basta scrivere un buon libro se poi non si tiene conto del destinatario, in questo caso ovviamente il lettore.Il quale lettore ha il sacrosanto diritto di non essere preso in giro (bisognerebbe aggiungere questa voce ai diritti del lettore redatta da Daniel Pennac). Non c'è dubbio che il finale del romanzo non solo lascia spiazzati ma, a mio parere, è completamente gratuito. Le utile righe, diciotto per la precisione, non hanno nessun aggancio con quello che succede precedentemente. Nessun indizio su quello che succederà, nessun presagio. Già il titolo è fuorviante. In norvegese recita:"Skyggeded" che mi pare non voglia dire presagio. Del resto la prima parte della parola "skygge" dovrebbe significare "ombra. E allora? Stephen King in "Misery" scrive un autentico trattato di scrittura creativa su come dev'essere un finale, insistendo sul fatto che le scelte narrative devono essere sempre coerenti con la narrazione precedente, pena la furia cieca e devastante di Annie Wilkes. Il finale di "Presagio" non lo è. Punto. Detto questo il libro è scritto benissimo e la storia del piccolo Sander ti cattura dalla prima riga. Ma ripeto non basta. Peccato!

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