Il quaderno di Maya

Lo ammetto: con certi libri mi sembra di dimenticare quanto sia bella e onirica la penna della Allende. Il quaderno di Maya, seppur resta una lettura piacevole, manca di quella bellezza e quella intensità a cui la scrittrice ci aveva abituati e ci lascia un po' orfani d'arte. Se nonostante ciò volete leggerlo, lasciate che questa sia solo una lettura da intrattenimento e dimenticate, almeno per il tempo che occorre, capolavori come La casa degli spiriti

Isabel Allende traccia a penna ancora una volta uno splendido ritratto tutto al femminile. Storia di riscatto, di inferni personali e di persone che ti tendono la mano, “Il quaderno di Maya” si legge tutto d’un fiato, in un’alternanza tra un passato e un presente fortemente legati, fili intrecciati che portano alla nascita di una donna completa e consapevole di se stessa. La Allende ancora una volta riesce a tenere incollato il lettore alle sue meravigliose pagine ricche di emozioni positive ma anche di pensieri colmi di disperazione. Disperazione che chiunque potrebbe provare in seguito ad un evento tragico come la perdita della persona più cara al mondo.

Il quaderno di Maya è la storia di un percorso. Una diciannovenne con problemi di alcool e droga, decide di lasciare i bassifondi di Las Vegas per trasferirsi in un posto tranquillo dove tutto è basato sulla semplicità e dove fondamentali sono i valori essenziali. E' qui che Maya comincerà un percorso che la porterà ad un profondo cambiamento. Il romanzo va avanti e indietro fra l'attuale vita della ragazza e i racconti della sua vita difficile. Una lettura interessante che può dar spunto a varie riflessioni.