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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2022
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Devo premettere che mi piacciono i libri per ragazzi, anche se una ragazza non lo sono più da tanto tempo (un po' come il signor Moshe Honigman, personaggio di secondo piano, ma indimenticabile, del romanzo, potrei dire che 'la vecchiaia mi ha sorpreso nel mezzo dell'infanzia'). Questo libro mi ha fatto pensare alla frase, un po' demodè, di Paul Claudel 'L'adolescenza non è fatta per il piacere, è fatta per l'eroismo' e anche se non parla di vera e propria guerra, credo che il fatto che si svolga in una città che negli ultimi decenni pace ne ha davvero conosciuta poca non sia casuale. La storia è avvincente, ben narrata, a parte qualche verbosità qua e là, e piacevolmente inverosimile. Come in un qualsiasi thriller che si rispetti, le ferite e i pugni scompaiono dal corpo del protagonista in meno di ventiquattro ore. Ho preferito questo libro ad altri di Grossman, ai suoi libri per adulti per intenderci, che spesso con il loro elucubrare mi hanno lasciato indietro, sconcertata e anche insoddisfatta. Invece consiglio questo romanzo veramente a tutti, una lettura intensa, un intrattenimento che fa pensare.
Succede qualcosa di magico quando leggi l'ultima riga di un romanzo, e sai che ti resterà dentro per l'eternità, perché quella storia non può finire con l'ultima pagina, quei personaggi continuano e continueranno a vivere sempre di vita propria. Qualcuno con cui correre è senz'altro uno di quei romanzi che non lasciano indifferenti, che ti catapultano in una storia immensa ricca di personaggi così ben descritti che sembrano veri. Sono veri. Devono esserlo. Non posso credere che Tamar e Assaf non siano personaggi reali. E lo stesso si può dire di tutti i personaggi secondari, ugualmente ben caratterizzati. Sembra di vederli. E' uno di quei romanzi che profumano di eternità, di immortalità, e che si possono leggere a più livelli e so che ogni volta ci troverei qualcosa di diverso, anche se è soltanto la prima volta che lo leggo. Un vero classico contemporaneo, un romanzo bello e completo come non ne leggevo da molto tempo. Tornerò tra le pagine di Grossman sicuramente. Qualcuno con cui correre è un romanzo che parla di adolescenza, di coraggio, di difficoltà, di rischio, di responsabilità, di crescita. Parla di un mondo che non è poi così bello, un mondo in cui esistono trappole in cui è così facile cadere, se queste sembrano la soluzione ai problemi, ma in questo mondo è ancora possibile salvare qualcosa, e il gravoso compito spetta ai giovani, che ne hanno la forza e il coraggio. Assaf e Tamar sono due diversi esempi di coraggio, due facce della stessa medaglia. Lui, Assaf, è un sedicenne un po' nerd che lavora d'estate al municipio per guadagnarsi qualcosa con cui comprare un nuovo obiettivo, e si ritrova ad inseguire per tutta Gerusalemme una cagna che corre, corre dappertutto, per ritrovare la sua padrona, e si ritrova così a ricercare e ad innamorarsi poco a poco di una ragazza che non conosce, una ragazza sparita che gli sembra di conoscere attraverso i racconti di chi l'ha conosciuta: la bizzarra suora di clausura Teodora, sempre in vena di racconti, i diari di Tamar e soprattutto questa cagna, Dinka, così disperatamente devota. Lei, Tamar, piccola eroina sarcastica e pungente dalla voce d'usignolo, che scappa di casa e escogita un piano difficile e pericoloso per salvare il fratello tossicodipendente dalle mani di un gruppo di malfattori. Di questi due protagonisti così diversi eppure così simili ho amato la tenacia, la forza, in Assaf nella scelta di ritrovare Tamar e restituirle Dinka ad ogni costo, in Tamar nel piano disperato, nell'ultima speranza riposta nella disintossicazione, nel mettersi in gioco a tutti i costi per salvare quel fratello, l'artista geniale ma troppo insicuro piombato nel tunnel della droga, un mostro che divora e rende dipendente. Qualcuno con cui correre è un romanzo dolce amaro che non può che lasciare senza parole per la potenza della narrazione, coinvolgente e descrittiva in questo romanzo di formazione che prende vita nell'arco di qualche giorno e vede i protagonisti crescere e cambiare nelle avversità. E' un romanzo difficile, crudo, da gustare poco alla volta, in piccole dosi. Una storia grandissima, che suggerisco di leggere ai più giovani ma anche agli adulti, perché giovani lo siamo stati tutti, e perché non bisogna mai smettere di avere fede e speranza nel cambiamento. Un romanzo che, una volta concluso, lascia una sensazione di completezza per il finale a cui non manca nulla e di smarrimento, perché una storia del genere è tanto coinvolgente e realisticamente descritta da farti credere che non possa avere una fine. Gustatevelo parola per parola, sillaba per sillaba, lettera per lettera, fino alla fine.
Riguardo Grossman ho sempre letto recensioni piene piene di entusiasmo, ho trovato questo libro in scambio tempo fa e ho voluto provare. In realtà ero tranquilla, ultimamente vado sul sicuro con le mie letture, sto leggendo tanti libri super consigliati... insomma mi piace vincere facile. In realtà però non sapevo assolutamente nulla della trama. Mi ha stupito, è stato difficile ingranare, all'inizio sembra una storia banale, ma poi... Due vite che viaggiano in parallelo, una manciata di righe per una.. poi l'altra... due vite così diverse, così lontane. Il romanzo parla di due ragazzi con storie, famiglie e esperienze assolutamente opposte, ma che iniziano a volersi bene ancor prima di conoscersi, addirittura in un caso ancor prima di incontrarsi. Assaf parte alla ricerca di Tamar per caso, per restituirle il suo cane, trovato abbandonato per le vie di Gerusalemme e nei due giorni di ricerca, seguendo Dinka, ripercorre la vita della ragazza, ma soprattutto rilegge la sua e scopre un po' se stesso. Tamar scappa di casa per catapultarsi sulla strada alla ricerca del fratello perduto e Grossman è geniale nel raccontare le emozioni che stare sulla strada suscita, che essere artisti di strada comporta. Tamar insegue suo fratello ripercorrendo i suoi passi e Assaf corre letteralmente alla ricerca di Tamar seguendo il fiuto di Dinka, che lo costringerà a calpestare le stesse impronte lasciate dalla ragazza. Alla fine i due binari paralleli si scontrano e l'incontro dei ragazzi è inaspettato come tutto il libro, compreso il finale. Un'altra cosa che mi ha stupito è stata il ritrovare anche qui, casualmente, un eroinomane. Non avevo mai approfondito quello che drogarsi comporta. In Shantaram (che ho letto un mesetto fa) pensavo che il protagonista avesse descritto in modo impeccabile l'essere eroinomane, ma mi sbagliavo. Lui descrive il suo personale essere eroinomane. Lin per disintossicarsi si faceva legare al letto per due giorni e nel romanzo ci raccontava il suo patire silenzioso e immobile. Il fratello di Tamar invece soffre in modo completamente diverso... la sua disintossicazione è una tortura diversa, più coinvolgente. In entrambi i casi rispecchia il carattere dei due personaggi con chiarezza estrema. Alla fine li conosci. Li conosci davvero. Insomma w Grossman, non vedo l'ora di ritrovarmi un altro dei suoi libri tra le mani!
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