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Ottimo libro, lo consiglio vivamente. Tratta argomenti pesanti ma necessari, ed in tutta onestà non esagera affatto, nelle sue accuse, perché è vero che gli Occidentali, e soprattutto gli Italiani, sottovalutano il pericolo islamico, e, oltretutto, ha piena ragione nel dire che da noi ormai il patriottismo è ormai considerato un mezzo crimine. Su questo punto devo esprimere una precisazione: una parte della colpa è degli Italiani effettivamente imbelli e pigri, come dice lei, ma una parte della colpa in realtà è del sistema mediatico, che equipara a fascista chiunque difenda la propria nazione, la propria cultura e la propria identità (paragone grossolano ed abbondantemente stupido), e del sistema scolastico, che dopo il 1968 è divenuto di fatto una colonia strategica della Sinistra, la quale ne usufruisce per condizionare i giovani, che poi voteranno per essa e manifesteranno una vera e propria xenofilia, che spesso diventa sinonimo di islamofilia. Poi, forse, Oriana, per amor di patria, verso la fine del libro, esagera nel definire l'Italia un paese unito con una cultura unica: in realtà, purtroppo, esistono differenze non irrilevanti fra Nord e Sud, e l'identità è mediamente vaga, sebbene sia sicuramente non islamica, né debba diventare tale. Apprezzo che Oriana smonti (come autori più recenti hanno fatto) il mito dell'Islam "faro di luce" ed il mito del cosiddetto "debito culturale verso l'Islam" (in realtà è vero l'inverso). In sostanza lo ribadisco, è un ottimo libro.
Quando sono cadute le Torri io ero negli Usa e ancora oggi dopo tanto tempo quando vedo quelle foto non riesco a trattenete le lacrime per cui posso capire quello che ha provato la Fallaci in quei terribili momenti, quando le perone si gettavano dalle torri volando come uccelli e come deve essersi sentita ferita da tanta crudeltà. Nel suo libro esprime tutta la rabbia di quello che ha visto e ora dopo tanti anni troviamo tanta saggezza nei suoi articoli e lungimiranza, con i fatti che succedono oggi nelle nostre terra, che quella volta non siamo riusciti a cogliere o non abbiamo voluto per altre ragioni.......
Da premettere che ho sempre ammirato molto Oriana, soprattutto per la sua franchezza e forza. Nonché per la lotta femminista che ha perseguito attraverso il suo pensiero e i suoi scritti. Capisco che la rabbia e l'orgoglio è un libro dettato appunto dalla rabbia che tutti abbiamo provato dopo il tragico 11 settembre in cui sono state abbattute le 2 torri americane. Inoltre ammiro l'orgoglio patriottico della scrittrice e capisco il suo punto di vista. Oggi va tanto di moda citarla dicendo che sul terrorismo aveva ragione, ed è indubbio che noi tutti ci riconosciamo nella cultura occidentale. Tuttavia quella di questo libro non mi pare un'analisi molto lucida e soprattutto è piuttosto unilaterale. Incapace cioè di guardare i due, anzi i molteplici aspetti, del fenomeno. Mi sembra stupido confrontare la cultura occidentale con quella orientale asserendo che la nostra sia migliore. Semplicemente sono due culture diverse, magari la nostra sarà più ricca ma non bisogna dimenticare che finché stato e chiesa erano un'unica cosa anche da noi il progresso languiva... Inoltre penso che se molta parte del terrorismo dipende dalla cosiddetta guerra santa, credo che non bisogna sottovalutare la responsabilità americana che con la sua forsennata corsa al petrolio e la sua supremazia militare interviene nei territori dall'Oriente. Per finire trovo eccessivamente apocalittica la visione secondo la quale se facciamo entrare il nemico esso ci dominerà. Come può una cultura così inferiore ("i figli di halla") dominare una cultura così superiore e piena di risorse come la nostra?
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