Dal titolo mi aspettavo una storia diversa, di una ragazza forte che lotta in un periodo difficile della storia, qualcosa di più incentrato sui campi di concentramento. Quello che invece ne emerge è il ritratto di una ragazza stupida che si lascia abbindolare da un uomo. Più leggevo e più provavo antipatia per lei, non vedevo l’ora di arrivare alla fine. Non è un libro che consiglierei.
La sarta di Dachau
Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all'unica cosa che le rimane, il suo sogno. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello che abbia mai confezionato. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi. Sarà l'abito da sposa di Eva Braun, l'amante del Führer...
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:3
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SARA D'ANDREA 13 marzo 2021
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barbara zaccardo 18 giugno 2019
La storia si legge bene, scorrevole senza troppe difficoltà lessicali e di comprensione. È una storia inventata, che spiega il periodo storico senza entrare nei dettagli crudi ed indicibili, ma la sostanza è il peso di un buon libro non ci sono. Va bene per passare un po' di tempo e per riabituarsi a leggere, nulla più.
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La storia di Ada è raccontata molto bene, e al di là della narrazione scorrevole e incalzante, colpisce la grande accuratezza storica che rende il tutto molto verosimile. Peccato, a lettura finita, rendersi conto che in realtà non è mai esistita una sarta di Dachau, o almeno, se realmente una figura del genere fosse esistita, non si tratta di Ada Vaughan. Ad ogni modo, è un libro che consiglio a chi è interessato ai romanzi storici e a questo specifico periodo