Le signore in nero, perché nera è la divisa dei grandi magazzini Goode's dove le nostre protagoniste lavorano. Siamo nel reparto abiti da cocktail, uno dei più rinomati del centro. Qui lavorano Patty e Fay, che nel periodo del Natale e poi con l'inizio dei saldi hanno il loro bel daffare, ma è anche il momento in cui si assumono ragazze a tempo determinato, e Lesley, appena diplomata, ha la sua occasione per mettere da parte un po' di soldi per l'università che tanto desidera frequentare. Nel reparto accanto, quello dei modelli esclusivi, la regina indiscussa è Magda, anche se non è vista di buon occhio dalle altre commesse per via dei suoi modi, non essendo originaria dell'Australia. Sembrano personaggi tranquilli che fanno una vita tranquilla, ma bisogna sempre vedere sotto la superficie e sotto quello che nascondono. Patty per prima, da donna sposata dovrebbe essere tranquilla e felice, ma invece vorrebbe tanto un figlio che però a quanto pare non arriva, ed il marito le causa continui pensieri. Tutto normale per una coppia sposata, se non fosse che di punto in bianco il marito sparisce senza dare notizie o motivazione, lasciando Patty nello sconcerto totale a dovere gestire le feste di Natale e la sua famiglia, che sa della scomparsa ma non vuole fare sapere a Patty che sa, insomma ecco che iniziano a complicarsi le cose. Fay invece è completamente diversa di carattere, continua a rimbalzare da un uomo all'atro alla ricerca di uno che possa diventare il suo potenziale marito, perché nonostante tutte le delusioni che ha avuto non rinuncia al suo sogno di avere una famiglia e dei figli. Veniamo poi a Lesley, assunta a tempo determinato ai grandi magazzini in attesa che si sappiano i risultati del diploma. Ma è certo che passerà gli esami visto quanto ama studiare, il suo obbiettivo è ottenere una borsa di studio per potere andare all'università, anche se deve vedersela con il padre che non è affatto d'accordo con la sua decisione. Per il momento può solo cercare di crescere ai grandi magazzini, e così decide di riprendere in mano la sua vita, a partire dal nome. Lesley infatti si fa chiamare da tutti Lisa, un nome che sente più affine a lei. Si capisce fin da subito che Lisa deve ancora crescere, minuta e poco curata come è, ma per questo arriva Magda che la prende sotto la sua ala e decide che la vuole trasformare in una vera signorina. Magda, che tutti al lavoro commentano per i suoi modi grezzi, donna slovena sposata con un ungherese fa' parte di quella comunità di ungheresi emigrati, e proprio lei che ama organizzare feste nella sua casa, sarà il punto di svolta per le vite di Lisa e Fay. Un libro frizzante e delizioso che è una vera scoperta. Ci si perde tra le sue pagine e si resta impigliati nelle grucce degli abiti, per farsi trasportare nelle vite di ogni personaggio. Un libro che ammetto non avevo preso in considerazione, e che mi ha davvero stupito. La narrazione scorre sempre leggera e piacevole, i fatti spazio temporali sono ben chiari e facili da seguire. I personaggi poi sono ben descritti e strutturati in modo davvero delizioso. Un libro davvero carino che consiglio di leggere, impossibile smettere una volta che avete iniziato ve lo posso assicurare. Come sempre auguro a tutti voi una buona lettura, ed io vi do appuntamento alla prossima recensione librosa.
Le signore in nero
FINALMENTE ARRIVA IN ITALIA MADELEINE ST JOHN « Frizzante, sofisticato e originale.» The New York Times Book Review «Siamo negli anni Cinquanta, all'alba di un decennio ribelle, decisivo per le lotte di libertà e indipendenza delle donne. Leggere "Le signore in nero" significa farsi catturare dal luccichio di un tempo e di un luogo lontani eppure immediatamente familiari.» Dalla prefazione di Helena Janeczek, vincitrice del Premio Strega «Un romanzo effetto nostalgia di un'autrice che il mondo sta riscoprendo.» Marie Claire - Marta Cervino «Una perla.» Vogue «Un piccolo capolavoro» Sunday Times «Madeleine St John apre una finestra sui chiaroscuri dell’animo umano.» The Times « La St John si dimostra un’osservatrice sensibilissima.» Newsday «L’opera di una moderna Jane Austen, con la stessa arguzia e la medesima profondità psicologica della grande scrittrice.» Bruce Beresford Sii più intelligente che puoi, è la cosa migliore che tu possa fare. Sydney 1950**.** Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode’s non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l’abito all’ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l’unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre. Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c’è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c’è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l’idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero. Madeleine St. John è una delle più grandi autrici del Novecento. È stata la prima autrice australiana candidata al Man Booker Prize. Da questo libro è stato tratto un film di successo diretto da Bruce Beresford, regista di A spasso con Daisy. Il femminismo è il fil-rouge che attraversa tutti i suoi romanzi, precursori di un’epoca di cambiamento. Protagoniste delle sue storie sono le donne: donne forti che inseguono i loro sogni, donne che cercano il loro posto nel mondo, ieri come oggi.
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Testo in Italiano
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ELISA CAVANDOLI 10 febbraio 2020
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ANTONELLA PASOTTI 02 novembre 2019
Una delusione.
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Maria Teresa Lezzi Fiorentino “Le signore in nero” non sono le efficienti commesse in divisa di “Velvet”, né le veneri del “Paradiso delle signore”, che si affacciano dallo schermo televisivo per riportarci al favoloso mondo della moda spagnola e italiana degli anni Cinquanta. È sempre il 1950, ma siamo in Australia, a Sidney, nei grandi magazzini Goode’s, e per una volta possiamo muoverci come registi e costruire le scene, guidati dalla prosa piacevole, elegante e pungente della scrittrice, con lo sguardo e la memoria al già visto, per un inevitabile confronto. Pur se in contesti differenti, si tratta sempre di storie semplici, di vissuti quotidiani in narrazioni simili, per analogia di vite, in un determinato momento storico. Sono infatti gli anni in cui la donna rivendica il proprio ruolo nella società e nel mondo del lavoro, costretta a vivere anche tutti i tabù del periodo. Come la piccola Lesley, studentessa brillante che, pur coltivando il sogno proibito di proseguire gli studi, si ritrova nel nuovo ambiente chiuso da grandi porte di mogano e cristallo, dove “il ritmo frenetico raggiunge punte di isteria”. Lì scopre che “un abito può essere qualcosa di più di un rivestimento”, che “la moda può essere arte” e nel rapportarsi con le colleghe di lavoro, comprende di essere stata proiettata nella vita vera: ora è Lisa. Vite di donne che vivono l’una accanto all’altra, con i propri segreti, lasciandoli trasparire in un crescendo di confidenza, fiducia e amicizia. La vita di Patty, di una semplicità disarmante, con un marito orso, Frank, di poche parole, viene ravvivata dalla scoperta di una nuova intimità. Il segreto sembra accomunare la coppia come per incanto, ma presto mette a nudo la fragilità dell’uomo, che non sa come vivere il “nuovo”. Emerge, tra le altre, la figura di Magda, con la sua capacità di organizzare e tessere relazioni interpersonali, (anche quelle tra Fay e Rudy), e promuovere un atteggiamento positivo della donna verso la realizzazione dei propri sogni. Perché questa lettura conquista? Sarà per la prosa, per il tema trattato, per quel gusto di riscoperta del passato, che mentre mette a fuoco il vissuto della donna di ieri fa riflettere su quella di oggi? ! E poi ci sono le costanti nel tempo …i figli nel loro rapporto con i genitori e la paura, ieri come oggi, di vederli sfrecciar via senza accorgersi del tempo che passa.
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