Stabat mater

Mi aspettavo di più... comunque abbastanza buono

Sono legata a questo libro per una questione personale, quindi probabilmente il mio giudizio è un po' di parte, ma lo giudico solo ora, a distanza di un anno dalla lettura, perché, si dice, le cose viste da lontano si possono vedere meglio. Lo stile in cui è scritto questo libro mi è piaciuto molto: la prima persona è sempre la migliore scelta per identificarsi con chi sta "parlando". A tratti, avevo la nausea nel leggerlo, perché ci sono delle parti un po' "basse" per così dire. Tuttavia, l'ho letto tutto d'un fiato e ho amato tantissimo la parte in cui la protagonista insegna ai bambini a suonare il violino imitando gli uccelli. Ci si trova catapultati in quell'aula a immaginare che meraviglioso suono potesse esser venuto fuori e quasi lo si avverte.

Un intensissimo racconto monocorde sul bisogno di un'adolescente-orfana di costruire un rapporto con una madre sconosciuta e perduta. Non mi spiego la velleità di storicizzare biografia di Vivaldi e contesto degli Ospedali di misericodia di fine XVIII secolo, che mi sfugge proprio nel romanzo. Ho letto questo libro come un vero e proprio esperimento di audio-libro e mi rammarico di aver troppo esitato nell'acquistare piuttosto quella versione.