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Il tatuatore di Auschwitz - Heather Morris - copertina
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Il tatuatore di Auschwitz - Heather Morris - copertina
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Descrizione


Non esiste luogo in cui l’amore non possa vincere. Un libro che scuote le coscienze.

«Un romanzo già venduto in tutta Europa.» The Bookseller

Il cielo di un grigio sconosciuto incombe sulla fila di donne. Da quel momento non saranno più donne, saranno solo una sequenza inanimata di numeri tatuati sul braccio. Ad Auschwitz, è Lale a essere incaricato di quell’orrendo compito: proprio lui, un ebreo come loro. Giorno dopo giorno Lale lavora a testa bassa per non vedere un dolore così simile al suo finché una volta alza lo sguardo, per un solo istante: è allora che incrocia due occhi che in quel mondo senza colori nascondono un intero arcobaleno. Il suo nome è Gita. Un nome che Lale non potrà più dimenticare. Perché Gita diventa la sua luce in quel buio infinito: racconta poco di lei, come se non essendoci un futuro non avesse senso nemmeno un passato, ma sono le emozioni a parlare per loro. Sono i piccoli momenti rubati a quella assurda quotidianità ad avvicinarli. Dove sono rinchiusi non c’è posto per l’amore. Dove si combatte per un pezzo di pane e per salvare la propria vita, l’amore è un sogno ormai dimenticato. Ma non per Lale e Gita, che sono pronti a tutto per nascondere e proteggere quello che hanno. E quando il destino tenta di separarli, le parole che hanno solo potuto sussurrare restano strozzate in gola. Parole che sognano un domani insieme che a loro sembra precluso. Dovranno lottare per poterle pronunciare di nuovo. Dovranno conservare la speranza per urlarle finalmente in un abbraccio. Senza più morte e dolore intorno. Solo due giovani e la loro voglia di stare insieme. Solo due giovani più forti della malvagità del mondo.

Il tatuatore di Auschwitz è il libro del 2018 e nessun editore ha potuto lasciarsi scappare una storia così intensa da far vibrare le corde più profonde dell’animo. Una storia che presto diventerà un film. Il dolore che Lale e Gita hanno conosciuto e l’amore grazie al quale lo hanno sconfitto sono un insegnamento profondo: perché restano ancora molte verità da scoprire sull’Olocausto e non bisogna mai smettere di ricordare. Un romanzo sul potere della sofferenza e sulle luci della speranza. Su una promessa di futuro quando intorno tutto è buio.
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Dettagli

2018
18 gennaio 2018
208 p., Rilegato
9788811675976
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Indice

«Lale cerca di non alzare lo sguardo. Allunga la mano e prende il pezzo di carta che gli viene porto. Deve trasferire le cinque cifre sulla ragazza che lo stringe. Quando ha terminato, la trattiene per un braccio un attimo più del necessario e la guarda negli occhi. Abbozza un sorriso timido e sforzato e lei risponde con un sorriso ancora più timido. Tuttavia gli occhi di lei gli danzano davanti. Mentre li fissa, sembra che il suo cuore allo stesso tempo smetta di battere e ricominci per la prima volta, impetuoso, minacciando quasi di scoppiargli fuori dal petto. Lale abbassa lo sguardo verso il suolo che oscilla sotto i suoi piedi. Quando risolleva lo sguardo, lei non c’è più.»

Valutazioni e recensioni

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Vanessa
Recensioni: 4/5

«Salvare un essere umano è salvare il mondo.» Il tatuatore di Auschwitz racconta la vera storia di Lale e Gita, che lo stesso Lale ha raccontato alla sceneggiatrice australiana Heather Morris. Inizialmente, infatti, doveva essere una sceneggiatura per un film, poi diventata un romanzo, e forse è per questo che la prosa mi è sembrata scarna, ridotta all’osso. La narrazione è fredda, quasi impersonale, mentre i dialoghi risultano essere i protagonisti. Eppure, nonostante sia raccontato con distacco, questa storia d’amore è riuscita a entrarmi sottopelle, a emozionarmi, commuovermi e scuotermi. Lale è un uomo carismatico, determinato e furbo, ma ha anche un cuore immenso, gentile e altruista. Condivide tutto quello che può, aiuta sempre chi ne ha bisogno. Tra i romanzi ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, forse non è il migliore che io abbia letto, ma la storia che racconta va ascoltata, condivisa, diffusa. È un racconto potente, di enorme forza emotiva e storica, un monito a ricordargli gli orrori che ci hanno preceduti e che dobbiamo evitare di ripetere, ma anche un inno alla speranza e all’amore che può nascere anche negli angoli più bui della storia dell’umanità.

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Arianna
Recensioni: 5/5

Ho voluta dare il massimo dei voti a questo romanzo perché la scrittrice è riuscita ad emozionarmi, a coinvolgermi...ha narrato su fatti realmente accaduti un periodo molto difficile per il mondo intero, e concentrandosi su Lale e Gita ci ha dato dimostrazione di quanto l' amore per una persona può essere più forte di tutto!...ti fa capire che ogni decisione che prendi può essere quella che cambierà la tua vita...ma aggrapparsi alla speranza aiuta a guardare avanti e a credere che ci sia...anche un domani.

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Silvia
Recensioni: 5/5

Libro molto bello ed emozionante. Scritto veramente bene e letto in pochissimo tempo perché la storia raccontata è una storia vera e mi ha coinvolto parecchio. Lo consiglio vivamente.

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Recensioni

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Voce della critica

E’ difficile immaginare come, proprio tra le pagine più orrende che la storia ci ha lasciato in eredità, possa trovare spazio una traccia d’inchiostro che lascia segni di amore, speranza e felicità. Auschwitz, Birkenau. Là dove è stata cancellata la dignità dell’uomo fino a privarlo della propria identità, là dove la morte sembrava essere l’unico destino possibile per chiunque, non poteva esserci spazio che per la rassegnazione. Ma non per Lale, deportato “volontario” capace di sacrificare il proprio destino per salvare la propria famiglia. E paradossalmente capace di costruire il proprio futuro proprio nel luogo dove il futuro sembrava impossibile per chiunque.

Formalmente costretto a privare le persone della propria identità sostituendola con un impersonale numero da macello, Lale il “tatuatore” trova l’amore dove tutto intorno odora di sofferenza e morte. Il sentimento per Gita diventa la chiave di accesso alle più impossibili delle sensazioni: la speranza, la libertà. La visione della salvezza, di una vita insieme. La consapevolezza di potercela fare.

Passano le giornate, le stagioni, gli anni e gli sguardi, gli incontri e le promesse si alternano con il lavoro, l’umiliazione, la morte. Piccole e brevi emozioni, essenziali attimi di luce di una vita trascorsa al buio. Ma la forza di Lale e Gita sta proprio nel sapersi sussurrare parole di speranza dove intorno si combatte per un tozzo di pane e per esserci ancora il giorno successivo. L’incoscienza della giovinezza pronta a sfidare la malvagità del mondo. La forza dell’amore come unica arma per combattere. Inseguire un sogno impossibile per cancellare l’orrore che li circonda.

Un libro che colpisce dentro, Il tatuatore di Auschwitz, capace di danzare in punta di piedi sull’atrocità quotidiana e di far emergere sogni e speranze dove tutto sembra ridursi alla sola sopravvivenza. L’impressione è quella di una storia impossibile. Eppure è tutto vero.

Raramente i racconti dai Lager hanno dato l’opportunità di portare alla luce tratti anche solo vagamente positivi. Difficile provocare un sorriso, là dentro. Lo fece egregiamente Benigni in La vita è bella. Lo fa con altrettanta cura ed il necessario pudore Heather Morris. Perché saper accostare, con delicatezza, nella stessa pagina uno sguardo d’amore con il fumo proveniente dai forni crematori a far da sfondo, ha dell’incredibile.

Altro che kapò…chapeau!

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Conosci l'autore

Heather Morris

Heather Morris, nata in Nuova Zelanda, vive e lavora a Melbourne in Australia. Autrice di sceneggiature, ha deciso di volgersi alla narrativa per raccontare la commuovente storia di Lale Sokolov. Il tatuatore di Auschwitz (Garzanti 2018) è il suo romanzo d'esordio a cui segue Una ragazza ad Auschwitz (Garzanti, 2020).

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