Ormai di romanzi con questa struttura ce ne sono moltissimi: tanti personaggi, ognuno più o meno bizzarro, una storia dolorosa e misteriosa da scandagliare e affrontare, diversi punti di vista tra cui destreggiarsi. Eppure questo è scritto con grazia e riesce a distinguersi, i personaggi non risultano strani "perché sì" e la loro anima è ben leggibile attraverso le righe.
Umami
Con una scrittura delicata e mai banale, Laia Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.
«Leggere "Umami" è come viaggiare attraverso le menti di tutte le persone che conosciamo, guidati da una voce soave e affidabile che ci dice: fermati, ascolta, osserva.» - Valeria Luiselli
Nel romanzo d'esordio di Laia Jufresa si incrociano i destini di una ragazzina che sogna di coltivare mais in cortile, un antropologo vedovo, una giovane pittrice che inventa colori, due musicisti, una mamma hippy e un papà contabile. Nel corso dell'afosa estate di Città del Messico, mentre Ana è intenta ad allestire il suo orticello, scopriamo le storie dei suoi vicini, tra segreti e non detti che solo poco a poco ci permettono di completare il puzzle della narrazione. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n'è andata? Com'è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai. Con una scrittura delicata e mai banale, Laia Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.
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Anno edizione:2017
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Reinterpetare il lutto, dargli nuovi colori e nuove voci, questo fa la Jufresa in Umami, Bellissimo, fresco romanzo, in cui tutto è vagliato dagli occhi di una bambina e di che le abita accanto. Tutti hanno perso qualcuno e tutti cercano di ripartire, nel loro ricordo, con una vita nuova. Meraviglioso il linguaggio che la Jufresa crea appositamente per questa narrazione: descrive nuovi colori, li inventa, gioca con le parole e con i lettori. Creando così un'atmosfera leggera ed in alcuni casi allegra, anche se il tema centrale è profondamente serio.
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federica ietto 28 novembre 2017
È facile immedesimarsi nella protagonista: la sua milpa messicana, oltre che abbellire il cortile su cui si affacciano case dai nomi molto particolari, sarà un modo per provare a coinvolgere sua madre e suo padre e chiedere l'aiuto dei vicini, che si raccontano via via, ognuno con una storia incredibile. Credo che la cosa migliore da fare per gustarsi ogni pagina sia sospendere il giudizio e accettare il percorso di tutti i personaggi con le loro paure, le loro fragilità e stranezze.