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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2014
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Riletto dopo tanti anni, ho potuto apprezzare la tagliente ironia con cui l'autore narra le vicende del chirurgo di bordo Gulliver con un occhio che si rivolge costantemente alla realtà storica della sua Inghilterra e della condizione dell'uomo in generale. I viaggi per mare portano Gulliver prima nel regno di Lilliput , poi in quello degli uomini giganti e, passando dall'isola volante di Laputa e dalla terra di Lagado, giunge nel luogo dove cavalli intelligenti regnano su omuncoli ripugnanti sia fisicamente che moralmente ai quali, suo malgrado, il protagonista si accorge di assomigliare. Il soggiorno tra questi nobili e saggi esseri gli permette di migliorare costantemente e di capire che per vivere bene non è necessario avere più del necessario. Ma il destino lo costringerà ad allontanarsi anche da questa terra di pace e a tornare in patria dove per molti anni dovrà combattere con il disgusto che i suoi simili gli provocano, ora che riesce a vederli con la luce della verità, cioè come essere egoisti, viscidi, litigiosi e dalle continue brame inappagabili. Un romanzo sempre attuale nonostante sia stato scritto all' inizio del Settecento in cui si parla di avventure per mare ma allo stesso si fa una feroce satira della società. Consigliato.
Ho riletto questo libro a 28 anni, circa 16 anni dopo averlo affrontato per la prima volta, e ne ho riscoperto la semplicità e l'umorismo tipicamente britannico (anche se Swift era irlandese). In più con la maturità si apprezzano gli intenti satirici dell'autore, nella descrizione quasi scientifica delle popolazioni fantastiche che il protagonista del libro incontra: gli usi e i costumi di Lillipuziani & co. sono una sottile metafora dell'aristocrazia inglese e la critica alle società immaginarie riflette il pensiero di Swift nei confronti dei suoi politici corrotti e persi in lusso e idealismo.
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