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Anno edizione: 2015
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Riuscire a scrivere un libro migliore de Il potere del cane era una missione quasi impossibile. Don Winslow, con Il cartello, sembra invece esserci riuscito. I protagonisti - Adan Barrera e Art Keller - sono gli stessi, ma 20 anni sono passati ed il mondo, non solo quello del narcotraffico, è cambiato. Winslow riesce a raccontare benissimo questo cambiamento nelle sue più diverse sfaccettature, senza paura di mostrare gli intrecci tra mondo della droga e mondo della politica, lotta al terrorismo e corruzione. E lo fa con un romanzo le cui molte pagine scorrono via assai velocemente.
Il potere del cane è il mio libro preferito, e leggere Il Cartello èstato come rimontare in sella e continuare il viaggio iniziato col potere del cane. Considero i due libri come un unica storia e chi non li ha mai letti farebbe bene a spararseli iniseme tutti d'un fiato. Winslow torna al tipo di scrittura che aveva nei sui primi romanzi spostandosi dallo stile, che ho amato meno, dei suoi ultimi lavori come Le Belve. Il Cartello è diretto, crudo, violento, sincero, veritiero e duro...di sicuro non è per cuori teneri ma presenta in modo romanzato fatti realmente accaduti.
Le vicende dei protagonisti sono più d'una e intrecciate tra loro, e questa è una parte del libro, bella, commovente, spesso tragica e a volte comica, comunque sempre avvincente. Ma la particolarità del libro è la descrizione dello sfondo, cioè la società messicana dominata dalle cosche del traffico di droga. Più che lo sfondo, questo diventa il protagonista principale e la conoscenza di quel mondo da parte dell'autore è, scusandomi per il gioco di parole, stupefacente. Le recenti vicende apparse sui media riguardanti El Chapo, boss del narcotraffico evaso e poi ripreso in Messico, sono già nel libro, compreso perfino il progetto del boss di fare un film sulla propria vita. Tutto quel mondo diventa più chiaro e comprensibile dopo aver letto questo libro.
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