Cosmopolis

Non fatevi ingannare fa chi dice che questo libro è complesso, poco scorrevole oppure che alcune scene sono noiose e senza senso... Rispondete solo a questa domanda: desiderate sbranare un romanzo di 180 in poche ore per poi piangere come bimbi increduli e ripetere dentro di voi “questo è un capolavoro, questo è un capolavoro, ma perché l’ho letto solo ora!” Leggete Cosmopolis perché, in fin dei conti, è una storia che riguarda tutti noi. E non solamente Eric Packer, il ventottenne giovane miliardario protagonista dell’opera di DeLillo.

No, non ci siamo proprio, libro deludente. Mi ha deluso soprattutto dal punto di vista della trama, che vorrebbe essere visionaria, ma che risulta essere semplicemente sconclusionata e davvero poco appassionante. Una sequela infinita di episodi poco interessanti che alle volte sembrano proiettati nel futuro, alle volte ancorati nel passato. Un protagonista verso cui non si riescono a provare reali emozioni e questo è quanto di peggio possa accadere leggendo un libro.

Un altro gioiellino di DeLillo che in poche pagine riesce a trasformare un romanzo ambientato nei nostri giorni e nella nostra società in un libro che assume i tratti della distopia. La narrazione si svolge tutta nell'arco di una giornata e i personaggi incontrati dal protagonista si susseguono uno dopo l'altro come attori teatrali. Unica critica è la mancanza di una trama vera e propria che al contrario fa da pretesto per intavolare le straordinarie riflessioni di DeLillo sul mercato e sulla contemporaneità con uno stile di scrittura che ammalia e strega il lettore. Visionario