Questo è uno dei miei romanzi preferiti e, a mio parere, la qualità dell'autore è indiscutibile. Mattia Pascal cerca la propria libertà nella fuga dalla realtà, una realtà che gli regala una sua presunta morte. Il protagonista prende al volo l'occasione e si finge Adriano Meis, un nome inventato per nascondere la propria vera identità. Fugge, viaggia, gira il mondo. A man mano, quella libertà tanto sognata si rileva un peso, una vera prigione senza radici e senza la possibilità di creare nuove storie. Senza radici, senza passato, senza la vera identità, il Pascal decide di "uccidere" il suo personaggio immaginario e di ritornare alla sua vera vita, contornato di problemi e debiti. Alla fine, la vera libertà è quella reale e non quella creata per fuggire dai problemi della vita. L'autore inpartisce in poche pagine una grande lezione di vita.
Il fu Mattia Pascal
Mattia Pascal è l'esemplare testimone di questa assurda condizione dell'uomo prigioniero delle maschere sociali "di marito, di moglie, di padre, di fratello e via dicendo", "di tutta quella soma di leggi, di doveri, di parole", contro cui lotta ininterrottamente, ma inutilmente la "vita". Il sentimento più interno, più profondo ed autentico che l'uomo ha della vita e di se stesso, la favilla rapita al sole da Prometeo per farne dono agli uomini, mai troverà "realtà fuori di sé". "Fuori della legge e fuori di quelle particolarità, liete e tristi che siano per cui noi siamo noi... non è possibile vivere".
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2012
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Questo è uno dei miei romanzi preferiti e, a mio parere, la qualità dell'autore è indiscutibile. Mattia Pascal cerca la propria libertà nella fuga dalla realtà, una realtà che gli regala una sua presunta morte. Il protagonista prende al volo l'occasione e si finge Adriano Meis, un nome inventato per nascondere la propria vera identità. Fugge, viaggia, gira il mondo. A man mano, quella libertà tanto sognata si rileva un peso, una vera prigione senza radici e senza la possibilità di creare nuove storie. Senza radici, senza passato, senza la vera identità, il Pascal decide di "uccidere" il suo personaggio immaginario e di ritornare alla sua vera vita, contornato di problemi e debiti. Alla fine, la vera libertà è quella reale e non quella creata per fuggire dai problemi della vita. L'autore inpartisce in poche pagine una grande lezione di vita.
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Questo è uno dei miei romanzi preferiti e, a mio parere, la qualità dell'autore è indiscutibile. Mattia Pascal cerca la propria libertà nella fuga dalla realtà, una realtà che gli regala una sua presunta morte. Il protagonista prende al volo l'occasione e si finge Adriano Meis, un nome inventato per nascondere la propria vera identità. Fugge, viaggia, gira il mondo. A man mano, quella libertà tanto sognata si rileva un peso, una vera prigione senza radici e senza la possibilità di creare nuove storie. Senza radici, senza passato, senza la vera identità, il Pascal decide di "uccidere" il suo personaggio immaginario e di ritornare alla sua vera vita, contornato di problemi e debiti. Alla fine, la vera libertà è quella reale e non quella creata per fuggire dai problemi della vita. L'autore inpartisce in poche pagine una grande lezione di vita.