Indubbiamente un libro da leggere. Il protagonista ha una personalità palpitante, che va al di là dell'immagine stereotipata dell'uomo che vive per "la roba". Lavora per una vita intera, è legato ai beni materiali ma non dimentica nè la propria famiglia d'origine nè il senso di umanità che lo porta a fare del bene, sposa una donna che gli si nega e che a sua volta è stata privata di un altro amore, accetta una figlia non sua di cui tuttavia sacrifica i sentimenti, crede di poter disconoscere due figli illegittimi e di metterne da parte la madre . Muore solo, da vinto. Si avverte, soprattutto nella prima metà del libro, tutta la tensione per arrivare alla compiutezza linguistica, sforzo che purtroppo si traduce in mancanza di fluidità: il ricorso ai toscanismi, ad esempio, risulta sovente non perfettamente gestito.
Mastro don Gesualdo. Ediz. integrale
Dopo le prime prove letterarie, ancora influenzato da un Romanticismo attardato e dalla Scapigliatura, Giovanni Verga, sin dalla novella Nedda (1874), tenta una nuova maniera narrativa, volta a rappresentare con sempre maggior realismo temi e personaggi ispirati alla natia Sicilia. Egli approfondirà e consoliderà con esiti sempre più rigorosi tale ricerca nelle sue raccolte e nei romanzi "veristi", ossia I Malavoglia (1881) e Mastro don Gesualdo (1888). In quest'ultima opera, appartenente al "ciclo dei vinti", Verga continua nella sperimentazione di canoni stilistici innovativi, al fine di rappresentare la condizione di un uomo che, pur avendo conseguito col proprio lavoro una posizione economica ragguardevole, è comunque destinato alla sconfitta, a un destino cieco e incomprensibile contro il quale è del tutto inutile ribellarsi.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2020
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Indubbiamente un libro da leggere. Il protagonista ha una personalità palpitante, che va al di là dell'immagine stereotipata dell'uomo che vive per "la roba". Lavora per una vita intera, è legato ai beni materiali ma non dimentica nè la propria famiglia d'origine nè il senso di umanità che lo porta a fare del bene, sposa una donna che gli si nega e che a sua volta è stata privata di un altro amore, accetta una figlia non sua di cui tuttavia sacrifica i sentimenti, crede di poter disconoscere due figli illegittimi e di metterne da parte la madre . Muore solo, da vinto. Si avverte, soprattutto nella prima metà del libro, tutta la tensione per arrivare alla compiutezza linguistica, sforzo che purtroppo si traduce in mancanza di fluidità: il ricorso ai toscanismi, ad esempio, risulta sovente non perfettamente gestito.
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Indubbiamente un libro da leggere. Il protagonista ha una personalità palpitante, che va al di là dell'immagine stereotipata dell'uomo che vive per "la roba". Lavora per una vita intera, è legato ai beni materiali ma non dimentica nè la propria famiglia d'origine nè il senso di umanità che lo porta a fare del bene, sposa una donna che gli si nega e che a sua volta è stata privata di un altro amore, accetta una figlia non sua di cui tuttavia sacrifica i sentimenti, crede di poter disconoscere due figli illegittimi e di metterne da parte la madre . Muore solo, da vinto. Si avverte, soprattutto nella prima metà del libro, tutta la tensione per arrivare alla compiutezza linguistica, sforzo che purtroppo si traduce in mancanza di fluidità: il ricorso ai toscanismi, ad esempio, risulta sovente non perfettamente gestito.