Un capolavoro di delicatezza. Il libro racconta in maniera molto intensa il rapporto tra un ragazzino e suo padre, prematuramente scomparso, attraverso una lettera lasciata da quest'ultimo. Il messaggio che lascia al lettore -o almeno quello che ha lasciato a me- è: vivi la vita al meglio delle tue possibilità! Gli insegnamenti paterni, pur se dati "a distanza", faranno rivivere al giovane protagonista la storia d'amore tra i genitori e gli infonderanno il desiderio di affrontare la vita a braccia aperte.
La ragazza delle arance
«Un gioioso inno alla vita, un invito al carpe diem, a consumare fino in fondo ogni giorno che ci viene dato.» Corriere della Sera «La scrittura limpida di Gaarder sa tenere in bilico la vicenda tra un passato lontano e un presente vivissimo, mentre – con leggerezza ma insieme con severe e serena profondità – indaga sul senso della vita.» Corriere della Sera - Giorgio de Rienzo «Una leggerezza di fondo, anche nel trattare temi alti e profondi, caratterizza le opere narrative di Gaarder.» Avvenire «Una leggerezza di fondo, anche nel trattare temi alti e profondi, caratterizza le opere narrative di Gaarder.» Avvenire «Un gioioso inno alla vita, un invito al carpe diem, a consumare fino in fondo ogni giorno che ci viene dato.» Corriere della Sera «La scrittura limpida di Gaarder sa tenere in bilico la vicenda tra un passato lontano e un presente vivissimo, mentre – con leggerezza ma insieme con severe e serena profondità – indaga sul senso della vita.» Corriere della Sera - Giorgio de Rienzo Georg Røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ma un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire – quando Georg era ancora molto piccolo – e che aveva poi nascosto nella fodera del passeggino, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, Jan Olav, racconta la storia della «Ragazza delle arance», da lui incontrata per caso su un tram di Oslo. Si scambiano un’occhiata fugace. Pochi minuti più tardi, il giovane crede che alla ragazza stia per cadere un grosso sacchetto di carta colmo di arance. Si lancia verso di lei, col risultato che tutte le arance finiscono sul pavimento. La giovane gli dà del cretino, scende alla fermata successiva, gli chiede se può prendersi un’arancia, e il giovane annuisce sbigottito. Passano alcune settimane e i due si incontrano di nuovo in un caffè. Anche questa volta la giovane regge un grosso sacchetto pieno di arance. Per un intero, interminabile minuto, si guardano. Poi, con un movimento pieno di grazia, lei si alza ed esce dal caffè, con l’inseparabile sacchetto tra le braccia. Lui la vede con le lacrime agli occhi. I due, finora, si sono scambiati soltanto pochissime parole. Il resto è un mistero, al quale Georg si appassiona immediatamente e che lo riguarda molto da vicino; un film quasi muto che Jostein Gaarder, a poco a poco, fa parlare con una musica lieve, quasi una fantasia tra memoria e presente. Nella lettera, il cui testo si alterna alle riflessioni di Georg, la storia della «Ragazza delle arance» è un pretesto per parlare del senso della vita. Le due voci, del padre che giunge dal passato e del figlio, si intrecciano a creare una storia che ha il profumo di una moderna saga nordica familiare e il sapore ineffabile della nostalgia.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SONIA LALLA 13 gennaio 2011
Lo scrittore (psicologo) accompagna il lettore sino all'ultima pagina con dolcezza, amore, sentimento e un briciolo di piacevole tensione. Si chiude il libro con il cuore in gola, dopo aver pianto lacrime d'arancio, ma con la gioia di riflettere sulla propria vita e rivisitarla con nuovi occhi.
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MONICA BATTAGLIA 06 agosto 2010
Questo libro è davvero bello, penso che potrei acquistarne una copia da conservare in libreria (la mia è appena stata liberata qui vicino). E' una storia dolce e triste allo stesso tempo: all'inizio forse non è così semplice da afferrare, ma quando comincia a dissolversi il mistero legato alla ragazza delle arance si finisce per rimanere incollati alle pagine. Forse l'aggettivo più adatto a descrivere questo libro è "struggente": così infatti è l'intera vicenda, struggente il ricordo di un padre perso troppo presto e rivissuto attraverso una lettera postuma, struggente il tono delle pagine dattiloscritte, struggente la ricerca della ragazza delle arance. Magnifica storia, perfettamente narrata attraverso la sensibilità di un adolescente.
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