Certamente molto interessante la "questione italiana" e l'epicità e la passione con la quale Foscolo (e quindi Jacopo) la affronta, soprattutto nelle ultime 30 pagine. Ma l'ho trovato debole per quanto riguarda l'aspetto passionale/amoroso, il "build up" di Jacopo verso il suo triste e famoso epilogo è poco caratterizzato, a mio avviso. Gothe e Werther sono di altra fattura, sotto questo aspetto (nonostante Foscolo mi piaccia tantissimo).
Ultime lettere di Jacopo Ortis
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Le Ultime lettere di Jacopo Ortis è da considerare prima di tutto una delle opere capitali della nostra tradizione letteraria. Pur appartenendo al genere particolare del romanzo epistolare, il capolavoro foscoliano, che nella sua prima edizione esce ancora nel XVIII secolo e cioè nel 1798, segna l’avvio della grande stagione del romanzo italiano dell’Ottocento precedendo di più di vent’anni il memorabile exploit del Fermo e Lucia manzoniano. Le giovanili lettere ortisiane, lettura privilegiata di intere generazioni di italiani, costituiscono inoltre il singolare deposito di molti temi e di molte prove di lingua e stile su cui si fonderà la poesia più matura (e universalmente celebrata) del Foscolo. E non è questo allora l’ultimo dei motivi che hanno determinato la straordinaria diffusione di questo testo narrativo che, fra l’altro, ha ispirato l’amor patrio e il pensiero politico di non pochi scrittori e intellettuali del nostro pieno Risorgimento.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:6 giugno 2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Paola Henry 11 marzo 2017
Un romanzo decisamente ben scritto in cui la storia politica italiana si intreccia alla vicenda amorosa del protagonista, disperato per via di quello che considera il “sacrificio” della sua patria appena accaduto. Ho letto questo libro ai tempi della scuola e non ero riuscita ad apprezzare completamente quest'opera, finchè non l'ho riletta da adulta. Ho rispolverato questo romanzo quando ho deciso di ampliare la mia conoscenza dei grandi classici della letteratura italiana, e voluto dare una seconda chance all'opera di Foscolo, autore che non amo particolarmente.
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NADIA MOZZILLO 05 marzo 2017
Un romanzo epistolare in cui si mescolano due grandi passioni di Ortis (e di Foscolo): amore e patria. Un congiungersi distruttivo, poiché Napoleone ha ceduto Venezia agli austriaci, e l’amore per Teresa sembra essere impossibile poiché è stata promessa al (ricco) Odoardo. Sui modelli del Werther, dell’Heloise e del viaggio sentimentale, fra citazioni a Dante e Petrarca, si sviluppa un romanzo che ha già tutto ciò che chiederà il romanticismo: passione smisurata ed eroi tragici.